Giovani, donne, attenzione alle tante povertà. Sono i tre grandi temi che la Diocesi di Trento è chiamata ad approfondire nel secondo anno del Cammino sinodale. Tre “fronti” che caratterizzeranno altrettanti “cantieri” di lavoro (terminologia suggerita a livello nazionale) sul territorio diocesano, con la confermata modalità del confronto narrativo, all’interno dei gruppi sinodali di ascolto e in un clima di conversazione spirituale. È la prospettiva annunciata dall’arcivescovo Lauro a conclusione della prima delle Assemblee sinodali, ospitata nel teatro parrocchiale di Dro per la Zona pastorale Alto Garda e Valle dei Laghi. Davanti ai membri di comitati parrocchiali e Consigli pastorali, don Lauro ha rilanciato gli interrogativi chiave del nuovo anno pastorale, concentrati anzitutto sui protagonisti principali dei tre “cantieri” e compresi nella domanda generale “Chiesa, per noi?”:
Tu giovane, alla luce della tua esperienza, cosa ti aspetti personalmente dalla Chiesa? Come potrebbe la comunità credente farti sentire protagonista?
Come donna, alla luce della tua esperienza, cosa chiedi alla Chiesa per sentirti valorizzata ed essere davvero corresponsabile nella comunità credente?
Come, nei momenti di fragilità, ti sei sentito accolto dalla Chiesa? In che modo la comunità credente può essere più vicina alle tante povertà?
Le domande saranno poi destinate a tutti (al resto della comunità e a mondi esterni), in una formulazione indiretta:
Alla luce della tua esperienza, la Chiesa:
- Cosa può dare oggi ai giovani? Come può la comunità credente renderli protagonisti?
- Come può valorizzare le donne perché siano realmente corresponsabili?
- Come può rispondere alle fragilità per essere davvero fedele al Vangelo?
“Chiediamo a Dio di riconoscere i segni del Regno presente in mezzo a noi, perché il vero male nella Chiesa è la mancanza di speranza” ha spronato don Lauro, evidenziando il lavoro dell’equipe sinodale e i molti segnali di speranza, in particolare la sinergia tra Consiglio presbiterale e Consiglio pastorale diocesano attorno ai giovani, vera prospettiva pastorale del futuro. “Girando la Diocesi, dai Grest estivi gestiti da laici agli incontri di preghiera vocazionali, incontro una grande richiesta di ascolto da parte loro: spetta a noi renderci disponibili”.
Dall’Arcivescovo un appello vigoroso alla riscoperta della Parola di Dio: “Affidiamoci alla Parola. Non mollerò su questo: concentriamoci sulla Parola di Dio condivisa, nella semplicità, basta un’oretta comunitaria dedicata alla Parola, senza disperderci in mille rivoli e iniziative… facciamo una scelta di campo! Dobbiamo convergere, oltre le mura di parrocchie e unità pastorali, fare rete senza agire in ordine sparso. E mettere a fuoco la comunità come soggetto che affronta le questioni aperte, a cominciare dal tema dell’unificazione delle parrocchie”.
La mattinata era stata aperta dal saluto del delegato di Zona don Dario Silvello che, citando Von Hofmannstahl (“chi accoglie un pensiero non riceve qualcosa, ma qualcuno”) ha rimarcato il valore del ritorno in presenza dell’Assemblea sinodale: “L’Importante è esserci, prima delle idee conta questo. La sfida è essere credibili nel contesto secolarizzato”.
Don Celestino Riz e Claudia Giordano, referenti del gruppo di coordinamento sinodale, hanno introdotto i proficui lavori di gruppo presentando un estratto della sintesi del primo anno di ascolto sinodale (frutto delle domande sull’esperienza personale di Chiesa), concentrato in nove punti, con le questioni più ricorrenti: il ruolo della donna, i giovani, il linguaggio della Chiesa. Temi che verranno quindi ripresi nel nuovo anno del Cammino sinodale – in particolare sui primi due aspetti -, così come viene rilanciato il tema meno ricorrente nelle sintesi dell’ascolto nei gruppi: quello dei poveri. Una “assenza” che don Lauro legge così: “Se prendessimo un po’ più in considerazione la Parola non potremmo dimenticare i poveri: il Vangelo nudo e crudo può cambiare il mondo!”
Don Mattia Vanzo, Delegato dell’Area Annuncio e Sacramenti, lancia una proposta concreta per comitati parrocchiali e consigli pastorali, per focalizzare su alcuni temi forti le attività pastorali a partire dai tempi forti di Avvento e Quaresima, “partendo dal dire grazie al Signore per il dono della vita comunitaria e per le tracce di fedeltà di Dio”.
Foto Zotta