Giorno della memoria, Vita Trentina ricorda due donne testimoni dell’Olocausto: Silvia Lorenzini ed Elisa Springer

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27 gennaio, Giorno della Memoria, per non dimenticare la Shoa, apice inarrivabile del Male. Poco alla volta se ne vanno i testimoni diretti, sopravvissuti all’abisso di umanità. Ma emergono anche storie inedite, come dalle pagine del settimanale Vita Trentina (in edicola proprio il 27 gennaio) che riprende la testimonianza di due donne.

Silvia Lorenzini 

Anzitutto la vicenda di Silvia Lorenzini, infermiera dell’Ospedale psichiatrico di Pergine (assunta nel 1936) chiamata ad accompagnare in Germania nel maggio del 1940 un treno speciale con 299 pazienti (disabili mentali, alcolisti, omosessuali, prostitute, depressi cronici, persone eccentriche rispetto al vivere del tempo) di origine e lingua tedesca. Pazienti destinati ad essere soppressi. Silvia fece poi ritorno a casa, consapevole però che di quei 299 solo alcuni sarebbero stati risparmiati. Tutti gli altri erano considerate “vite indegne di essere vissute” secondo il famigerato programma T4.

Elisa Springer 

L’altra storia legata all’Olocausto evidenziata dal settimanale diocesano è estrapolata dal libro di Vincenzo Passerini Tracce nella nebbia” (cento biografie di altrettanti testimoni di umanità e di Vangelo vissuto – ed.  ViTrend): Elisa Springer, nativa di Vienna, sopravvissuta a tre campi di concentramento (Auschwitz, Bergen-Belsen, Terezín). “Prima che i nazisti l’ammazzassero, arrivarono i russi. E fu salva. Era il 9 maggio 1945. Aveva 27 anni” racconta Passerini mettendone in luce la testimonianza di coraggio e grande fede che Elisa raccontò poi in un libro divenuto best-seller: “Il silenzio dei vivi” (Marsilio Editore). Morirà nel 2004.

Il messaggio della CEI 

In apertura della Conferenza stampa di presentazione del Comunicato finale del Consiglio Episcopale Permanente della CEI, Mons. Stefano Russo, Segretario Generale, ha dato lettura di una Dichiarazione firmata con il Cardinale Presidente in occasione del Giorno della Memoria. Di seguito il testo: 

Il 27 gennaio, data in cui, nel 1945, fu liberato il campo di Auschwitz, è per noi il Giorno della memoria, il giorno in cui ricordiamo la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché tutte le vittime di un progetto di sterminio. Questo giorno non vuole essere una semplice ricorrenza che si ripete di anno in anno, ma è anche e soprattutto un impegno per il futuro. Perché ciò che è avvenuto, non avvenga mai più. La memoria, infatti, è profondamente legata con il presente e con il futuro. Per questo è importante legarla con il racconto, soprattutto per i più giovani: ignorare una tragedia così grande per l’umanità porta all’indifferenza e al proliferare di quella cultura dello scarto, più volte denunciata da Papa Francesco. L’appello della Chiesa che è in Italia è che il Giorno della memoria sia monito per una cultura di pace, di rispetto e di fratellanza. Purtroppo, nonostante un passato così drammatico, ancora oggi facciamo esperienza quotidiana di minacce e manifestazioni di violenza. Guerre, genocidi, persecuzioni, fanatismi vari continuano a verificarsi, anche se la storia insegna che la violenza non porta mai alla pace. Oggi ribadiamo: mai più crimini così grandi per l’umanità!

Iniziativa in Vaticano  

In occasione del Giorno della Memoria , le Ambasciate statunitense e israeliana presso la Santa Sede organizzano giovedì 27 gennaio (dalle ore 15 alle 16) la conferenza virtuale “Looking Back to Look Forward – Historical Perspectives on the Holocaust” (Guardando indietro per guardare avanti – Prospettive storiche sull’Olocausto). L’incontro, che (in lingua inglese) sarà trasmesso in diretta su https://www.facebook.com/IsraelinHolySee, vedrà tra i relatori Suzanne Brown Fleming, del Museo commemorativo dell’Olocausto di Washington, Raphael Schutz, ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Iael Nidam Orvieto, del museo dello Yad VaShem e Achim Buckenmaier, teologo, consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede. A moderare sarà Patrick Connell, incaricato d’affari dell’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede.