“Prima di pensare a qualsiasi aspetto religioso o spirituale, direi questo: la vocazione è essenzialmente la chiamata a essere felici, a prendere in mano la propria vita, per realizzarla pienamente e non sprecarla. Questo è il primo desiderio che Dio ha per ogni uomo e donna, per ciascuno di noi: che la nostra vita non si spenga, che non vada perduta, che possa brillare al meglio”.
Sono le parole del prefetto del Dicastero per il clero, cardinale Lazzaro You Heung-sik, intervistato dai media vaticani in vista della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni della prossima domenica 21 aprile. Per You “una vocazione si riconosce quando mettiamo in dialogo i nostri desideri profondi con il lavoro che la grazia di Dio fa dentro di noi; grazie a questo confronto, la notte dei dubbi e delle domande a poco a poco si schiarisce e il Signore ci fa comprendere quale strada percorrere”.
Il prefetto non nega poi le difficoltà dell’essere preti oggi e sottolinea l’importanza di coltivare nella formazione del clero il dialogo tra dimensione umana e spirituale. E alla domanda “oggi vale ancora la pena diventare prete?” risponde: “Vorrei dire una parola a tutti i sacerdoti, specialmente a quelli che in questo momento sono scoraggiati o feriti: il Signore non fa mai venire meno la Sua promessa. Se ti ha chiamato, non ti farà mancare la tenerezza del Suo amore, la luce dello Spirito, la letizia del cuore. In molti modi Egli si manifesterà nella tua vita di prete, Ecco, vorrei che questa speranza potesse giungere ai sacerdoti, ai diaconi e ai seminaristi di ogni parte del mondo, per consolarli e incoraggiarli. Non siamo soli, il Signore è sempre con noi! E ci vuole felici!”
L’intervista, a cura del direttore de L’Osservatore Romano Andrea Monda, oltre al giornale cartaceo trova eco anche su Vatican News (QUI link).
Foto di copertina: Vatican Media