Nella domenica in cui la Chiesa invitava a riflettere su migranti e rifugiati, l’arcivescovo Lauro ha presieduto in cattedrale a Trento la Messa, nel corso della quale sono stati anche ricordati i vescovi defunti e, uno ad uno, i 20 preti venuti a mancare nell’ultimo anno, 15 a causa del Covid.
Il “grazie” a preti e migranti
Due contesti molto diversi – migranti e preti – , accomunati però dal grazie della Chiesa locale: “Dietro ogni volto – dice don Lauro riferendosi ai preti – un mare immenso di bene seminato nelle nostre comunità. Sento il bisogno di rendere grazie a Dio per il dono di questi grandi servitori del regno di Dio. A loro affidiamo la causa delle vocazioni”. “Grazie al Signore per le sorelle e i fratelli migranti”, aggiunge subito don Lauro. “Visito comunità – spiega – dove i migranti sono catechisti o hanno in mano il coro parrocchiale. Sia benedetto Dio per il loro arrivo e per l’entusiasmo con cui stanno rivitalizzando alcune delle nostre comunità”.
“Il bene è bene, non c’è etichetta”
Nell’omelia, il richiamo a distinguere il dato di realtà dalla narrazione spesso ideologica: “Servizi essenziali senza i fratelli immigrati non potrebbero funzionare. Ma la narrazione ideologica è: gli immigrati restino a casa loro, sono un pericolo”.
Nel commentare poi il Vangelo e il monito di Gesù alle osservazioni dei discepoli – “Non c’è nessuno che liberi dal male e che sia contro di noi” – monsignor Tisi vi legge una “provocazione alla Chiesa: il bene è bene, non c’è etichetta. L’amore quando produce il bene funziona”, chiunque lo produca. “La Chiesa – ammonisce – non esiste per guardarsi allo specchio. Il Regno è in azione. Quante volte la Chiesa si perde nel censimento, nel rimpianto invece di preoccuparsi moltiplicare gesti di attenzione ai piccoli, alle persone fragili e sofferenti”.
“Il Regno – scandisce l’Arcivescovo – è in mezzo a noi, la speranza non deve mancare. Al di là della malvagità, ci sono miliardi di gesti di dedizione e di servizio non visti da nessuno. Chiediamo allo Spirito di regalarci lo sguardo di Gesù e di purificare il nostre sguardo per essere uomini e donne pieni di speranza che esultano come Maria perché vedono il Regno che viene”.
L’Arcivescovo Lauro ha invitato a pregare anche per l’avvio del nuovo anno di Seminario e per la Casa vocazionale, guidata da don Vincenzo Lupoli, in cui da quest’anno convivranno (lavorando e studiando) tre giovani in ricerca vocazionale.