Nella 29a Giornata del Malato, giovedì 11 febbraio (preceduta anche da un suo videomessaggio) l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi ha presieduto al mattino la s. Messa nella cappella dell’APSP Beato de Tschiderer, nel cuore del capoluogo. Una visita – la prima di monsignor Tisi in una RSA dall’inizio della pandemia – resa possibile grazie all’allentamento delle restrizioni sanitarie nelle Case di Riposo, in particolare dopo la vaccinazione a cui sono stati sottoposti ricoverati e personale. “Grazie don Lauro , perché sei venuto in mezzo a noi oggi. Eri con noi anche un anno fa. In quest’anno così difficile, tutti ci siamo prodigati, in modo creativo, per non essere mai rassegnati e abbiamo sentita la tua vicinanza”, ha sottolineato nel suo saluto introduttivo il cappellano della RSA padre Fausto Negrini. Dal canto suo, l’Arcivescovo non ha nascosto una sincera emozione: “Nessuno avrebbe immaginato quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo. Ho sentito tanto la mancanza di voi anziani, visto che prima era normale per me visitarvi nelle RSA”. Monsignor Tisi ha rivolto un “saluto particolarissimo agli operatori: quello che hanno fatto e stanno facendo è qualcosa di straordinario. Dice che il nostro popolo italiano è migliore di come viene rappresentato”. “Ma se nei primi mesi – ha soggiunto – scappava qualche ‘grazie’ agli operatori, poi la memoria è svanita e nessuno pensa più a quello che fate”. Il pensiero di don Lauro va poi ai familiari “che ora – sottolinea – in modo contingentato avete potuto rivedere. Anche loro a casa hanno sofferto senza di voi. Insieme preghiamo perché nelle prossime settimane possiamo riguadagnare un po’ di normalità”.
Nell’omelia monsignor Tisi ritorna sul dolore impensabile e indicibile di quest’anno (“anche per voi che avete vissuto la guerra”) e attribuisce ad anziani e operatori il merito di “aver vissuto con resilienza: non significa è solo tener duro, ma trasformare la fatica, il dolore, la prova in una opportunità. Il più resiliente di tutti è stato Gesù di Nazareth: siamo figli di un resiliente che ha trasformato il morire innocente in un’opportunità che è diventata la vita per il mondo. La massima resilienza è nel suo morire, dove trasforma la morte ingiusta in un’occasione di esplosione di vita; e la vita esplode perché, mentre muore, attua l’unica parola che solo lui è in grado di praticare: il perdono. Questo è divino!”.
Prima della benedizione il saluto della presidente della RSA Eleonora Stenico che ha “chiamato” l’applauso dei presenti e di quanti hanno seguito la Messa in streaming dalle loro stanze: “Ci fatto – si è rivolta a don Lauro – un regalo gigantesco, è un privilegio assoluto averla tra noi, ci ha portato il sole, la speranza e la resilienza: continueremo su questa strada”.
Al termine della celebrazione monsignor Tisi ha conferito ad alcuni ospiti anche l’Unzione degli Infermi, non prima di aver dato appuntamento agli anziani e a tutti gli operatori della struttura per una nuova celebrazione durante la prossima Settimana Santa.
Nel pomeriggio della Giornata del Malato l’Arcivescovo Lauro si è portato alla Casa del Clero – decimata in questi ultimi mesi dal Covid – per la s. Messa con i preti ospiti (foto sotto – segue articolo).
Il principale evento diocesano per la Giornata del Malato sarà domenica 14 febbraio al santuario mariano di Montagnaga di Piné alle ore 10 con la recita del rosario (guidata dal rettore don Piero Rattin) e a seguire la S. Messa presieduta dall’arcivescovo Lauro. Diretta TV (Telepace Trento) e in streaming sul canale YouTube della Diocesi (raggiungibile da tutti i portali diocesani).