“Per ognuno dei vostri volti rendo grazie, dal profondo del cuore, perché state facendo del bene alla nostra Chiesa: dagli ospedali alle case di riposo, dal mondo dell’educazione all’Università: non c’è uno di voi che non serva la Chiesa di Trento! Chiedo allo Spirito Santo che, grazie alla vostra profezia, la nostra Chiesa ritrovi l’amore di un tempo, la passione per Gesù”. Le parole dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi suggellano la s. Messa da lui presieduta in cattedrale e concelebrata dal vescovo emerito Luigi, nel pomeriggio di mercoledì 1 febbraio, in occasione della XXVII Giornata della vita consacrata, in calendario il 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù. Tra i banchi tante religiose e religiosi – guidati dal delegato per la vita consacrata padre Maurizio Baldessari – e alcuni sacerdoti diocesani (in particolare i parroci della città).
“Siete il documento che la libertà è figlia del legarsi nell’amore”
Nell’omelia (Qui TESTO ufficiale), riprendendo le parole del beato trentino Stefano Bellesini, di cui si fa memoria il 2 febbraio (“Studiare la religione non è altro che studiare Gesù Cristo”) e il Vangelo con il noto inno “nunc dimittis” dell’anziano Simeone (“Ora lascia che il tuo servo vada in pace.”) don Lauro sottolinea che “contrariamente a come spesso lo percepiamo, l’inno non celebra la conclusione di una vita, ma è il saluto festoso all’alba messianica, che si sta schiudendo per Israele e tutti i popoli della terra”. E aggiunge: “La vita religiosa, pur con i suoi molteplici carismi, mi piace immaginarla unificata nella testimonianza piena di gioia che la storia umana non è orfana; il Padre la abita e la visita continuamente con il dono del suo Figlio e dello Spirito Santo”.
“Mi piace pensare alla vita religiosa – esplicita don Lauro – come la concreta, verificabile esperienza che Dio non ha abbandonato il suo popolo, abita la Storia e la invade con il dono del Figlio e dello Spirito Santo”. E, ancora: “Siete il documento che la libertà è figlia del legarsi nell’amore. Siete luce e sale della terra e a permettervi di realizzare questa testimonianza è lo Spirito Santo”. Da monsignor Tisi l’appello a tornare “a quel santo inizio quando avete sperimentato la seduzione per il Maestro e per il Vangelo”, senza peraltro negare “lo scorrere del tempo, le lacune ecclesiali che avete incontrato, con il loro carico di delusione e frustrazione”, ma con una profonda garanzia: “Colui che è fedele può vincere ogni desolazione e ridarvi la freschezza originaria in cui avete sperimentato che legarsi nell’amore non è catena, ma gioia e libertà”.
“Cari religiose e religiose, chiedo allo Spirito Santo – invoca con forza l’Arcivescovo – che, grazie alla vostra profezia, la nostra Chiesa diocesana ritrovi “l’amore di un tempo”, la passione per Gesù. È attorno a Lui e non ad altro che dobbiamo pensare la riforma della nostra Chiesa!”. Tra le “ricette” per riformare la Chiesa ripartendo da Gesù, don Lauro indica soprattutto la necessità di “uomini e donne non autoreferenziali che si alzano il mattino e non cercano lo specchio, ma il volto di fratelli e sorelle a cui destinare la giornata. Uomini e donne che usano parole di riconciliazione e non di divisione, che non si prendono troppo sul serio, capaci di sorrisi accoglienti, abitati dalla mitezza”.
Quel ramo di mandorlo
Un ramo, composto da tanti fiori di mandorlo (ogni partecipante era invitato ad appendere il proprio) e collocato al centro del presbiterio, rilancia il tema della Festa diocesana dal titolo “Vedo un ramo di mandorlo: la Vita Consacrata in quest’oggi della Chiesa e dell’umanità” , rilancio dello slogan alla base delle proposte per i consacrati nell’anno pastorale in corso.
Padre Baldessari e la “profezia” di Ratzinger
Nel suo saluto, padre Maurizio Baldessari, delegato per la Vita consacrata ha espresso il grazie al vescovo Lauro e al vescovo Luigi “per l’amicizia e la vicinanza ai nostri istituti” ed ha quindi rilanciato ai presenti un passaggio del giovane teologo e futuro Papa Joseph Ratzinger che nel 1969 profetizzava una Chiesa minoritaria ma profondamente evangelica. Padre Maurizio declina quelle parole pensando agli istituti religiosi: “non saremo più in grado di abitare i nostri edifici, avremo numeri sempre più piccoli, ma la vita vita consacrata troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale: la fede nel Dio uno e trino, in Cristo Gesù figlio di Dio fattosi uomo e nell’assistenza dello Spirito Santo. Diverremo piccoli gruppi che rimetteranno fede, preghiera e vita fraterna al centro dell’esperienza, saremo case accoglienti per chi desidera trovare vita e speranza oltre la morte. Saremo ancora necessari e al Vescovo chiediamo di avere fiducia in noi, anche se deboli e anziani. Fatichiamo a mantenere le nostre opere, ma la debolezza può essere forza ed energia nuova per la nostra Diocesi, perché come Paolo possiamo dire: ‘quando sono piccolo è allora che sono forte'”.
I giubilei di professione e una nuova ordinazione
Alla canossiana suor Daniela Rizzardi il compito di nominare tutte le religiose (ben 24) e i religiosi (7) che celebrano anniversari importanti della loro professione. Una menzione particolare per i 75 anni di vita religiosa di suor Nazarena Rosso e suor Michela Zanon, entrambe delle Dame di Sion.
Al termine della Messa e prima di un momento di condivisione fraterna, don Lauro ha annunciato la prossima ordinazione presbiterale di un un religioso, Andrea Giannino, giovane canossiano di Lavis, che diverrà prete il 3 settembre in cattedrale.
La celebrazione in cattedrale è stata trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube della Diocesi e in TV su Telepace Trento.
FOTO: ZOTTA