Epifania dei popoli al mattino di domenica 6 gennaio in cattedrale a Trento. L’arcivescovo Lauro Tisi ha presieduto la s. Messa invitando nell’omelia i rappresentanti dei popoli (molti nei loro abiti caratteristici) e i fedeli trentini ad “entrare insieme, come i Magi, nella grotta di Betlemme”, per vedere il “vero volto di Dio”. Un volto che monsignor Tisi così descrive: “Il Dio fatto Bambino rivela che la potenza sta nel ritrarsi, nel fare spazio, nell’ospitare. In lui ogni uomo è chiamato a fare altrettanto. Ospitare non è in primis un atto di bontà e di solidarietà: è nell’ospitare che passa la vita. E’ la condizione dell’esistere. Chi non ospita rinuncia a vivere. Un popolo refrattario a storie diverse, culture altre, a ciò che profuma di nuovo, non ha futuro”. In precedenza, citando il Vangelo e il turbamento di Erode don Lauro aveva parlato di un’Europa in preda alla paura, un continente ove si rischia che “la pace non sia più un valore supremo, in qualche misura la violenza sia legittimata, i diritti siano per alcuni e non per tutti, l’isolamento prevalga sull’unità”.
ALLEGATO TESTO OMELIA
Dialogando con i giornalisti, don Lauro ha poi ribadito la volontà da parte della Chiesa trentina di mettere in atto gesti concreti di accoglienza in particolare sul terreno dei migranti, supplendo, laddove possibile, al venir meno di iniziative da parte dell’Ente pubblico.