Ecco don Matteo, cantore del Dio della vita. In cattedrale l’ordinazione del 25enne di Castello Tesino. Vescovo Lauro: “Chi ti incontra possa trovare in te la passione per Gesù di Nazareth”

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“Caro Matteo, oggi con tutta la nostra Chiesa, chiedo per te al Padre il dono dell’incanto per il Dio della vita che ha danzato nella splendida umanità di Gesù. Lui, e non altro, è il focus attorno a cui sei chiamato ad organizzare la tua vita presbiterale“. Le preghiera accorata dell’arcivescovo Lauro risuona in cattedrale a Trento, nel pomeriggio di sabato 18 giugno, poco prima di imporre le mani per ordinare prete diocesano Matteo Moranduzzo, 25 enne di Castello Tesino. “Chi ti incontra, possa trovare in te – ha proseguito don Lauro, fissando lo sguardo del novello prete – la passione per Gesù di Nazareth, non l’uomo del sacro, il mestierante religioso. La tua vita – ha aggiunto il vescovo – sia spazio aperto dove poter intravvedere la Luce gentile del Maestro, non il diaframma che impedisce l’incontro”.

L’invito evangelico ai discepoli – “Venite in disparte e riposatevi un poco.” (Mc 6,31) – è per l’arcivescovo la condizione essenziale per scongiurare “come preti, la tragica possibilità di non conoscere la fame e la sete di Dio, riducendo il ministero al mero esercizio di un compito educativo, di sostegno e consolazione. La nostra missione – aggiunge il vescovo rivolto non solo ai preti (molti  presenti in cattedrale) – è un’altra: liberare il desiderio di Dio, portare l’uomo fino alla soglia di Dio, per poi tirarsi in disparte e lasciare campo a Lui. Questo è possibile solo nella misura in cui il prete per primo cerca Dio, andando ben oltre il compito e il ruolo che svolge”.

 

Parola ed Eucarestia secondo don Lauro le chiavi di lettura del ministero a cui è atteso don Matteo. “Significativamente oggi, mentre salutiamo un sacerdote della Valsugana tornato alla Casa del Padre, monsignor Armando Costa, da quella stessa terra – aveva esordito in avvio della celebrazione l’Arcivescovo, prima di imporre a lungo le mani  su Matteo – riceviamo in dono un nuovo presbitero, Matteo. Preghiamo per la Chiesa diocesana, perché possa esser terreno fecondo in cui maturano le condizioni in cui altri giovani possano udire la Parola, esserne sedotti e porsi al suo servizio”.

Il grazie di don Lauro è per Dio, lo stesso Matteo, la comunità del Seminario, naturalmente la famiglia del novello prete e la comunità del Tesino.

La Messa, con l’intenso rito di ordinazione segnato da lunghi momenti di silenzio, è stata concelebrata dall’arcivescovo emerito Luigi Bressan e da monsignor Adriano Tomasi, missionario trentino già vescovo di Lima.

Accanto al coro della cattedrale, diretto da Paolo Delama (all’organo Stefano Rattini) sedevano durante la liturgia anche i membri della banda sociale di Castello Tesino, di cui don Matteo Moranduzzo è stato finora una delle colonne, abile con il suo euphonium.

La Prima Messa di don Matteo domenica 19 giugno alle 15 a Castello Tesino.

QUI TESTO UFFICIALE OMELIA

FOTOGALLERY (Daniele Mosna)

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