Una nuova opera dell’artista Paola de Gregorio verrà inaugurata a Rovereto domenica 4 ottobre alle 11.30 nel cortile di Casa Natale Rosmini, a Rovereto in via Stoppani: si tratta del bassorilievo “Rosmini in uscita”. L’evento si svolge nel contesto della festa annuale in memoria del Beato filosofo, come parroco di San Marco, organizzata dal Decanato di Rovereto e dai Padri Rosminiani.
La mattinata si aprirà alle 10.00 con la Santa Messa in San Marco, presieduta dall’arcivescovo monsignor Lauro Tisi, con la presenza del Padre Generale dei Rosminiani, Vito Nardin e del Padre Provinciale, Mario Adobati. Al termine della celebrazione, si proseguirà con l’inaugurazione del bassorilievo dell’artista de Gregorio, che si concluderà con la benedizione dell’opera da parte del Vescovo.
La Festa sarà anticipata, venerdì 2 ottobre, da una conferenza pubblica di presentazione del nuovo opuscoletto “Antonio Rosmini “prete roveretano” – Parroco di S. Marco (1834-1835) e cittadino di Rovereto”, nella chiesa della Madonna di Loreto alle 17.30. Relatore sarà don Eduino Menestrina, direttore della Biblioteca Rosminiana di Rovereto. La professoressa Elena Albertini, storica, interloquirà con il relatore, ponendo alcuni dei quesiti che i roveretani hanno nel cuore e nella mente a proposito di Rosmini.
Tanti sono i motivi che emergono dal bassorilievo. La gestualità già al primo impatto emblematica: ricordando le parole che nel 1829 Pio VIII scrisse al giovane Rosmini (“È volontà di Dio che Ella attenda a scrivere libri”) la de Gregorio è riuscita a coglierlo proprio nel momento in cui la sua attività intellettuale si fa carità: si è appena alzato dal suo scanno e dai manoscritti che sta scrivendo, per “uscire”incontro a gli altri. È un attimo, che riassume tutta la sua vita, interamente dedicata alla Carità spirituale: Rosmini tiene perciò ancora nella mano destra, ormai quasi aperta, la penna con cui ha momentaneamente interrotto la sua scrittura, mentre con la sinistra tiene stretto a sé il fascio delle pagine che ha scritto. Non raccolte in un libro, come spesso si vede nelle rappresentazioni, ma pagine sciolte di un manoscritto, tenute dall’autore in modo naturale, affettuoso, come appoggiate sul cuore: istintivamente infatti chi scrive, se interrompe per un attimo la scrittura (e talora Rosmini pazientemente interrompeva i suoi studi per rispondere a chi gli chiedeva qualche consiglio spirituale), tiene il manoscritto appoggiato al petto, come a proteggerlo. L’idea straordinaria dell’artista è però quella di aver introdotto, in alto a destra, una figura femminile, discreta e leggerissima Maria-Chiesa, con l’identica gestualità del filosofo, in modo che l’osservatore sia spinto a fare dei parallelismi: la figura femminile rappresenta infatti emblematicamente la Carità per estensione anche Maria e la Chiesa stessa. Tutte sono “in uscita”: tutte stringono al cuore quello che hanno di più prezioso, il piccolo, grande Gesù. Ma tutte lo porgono generosamente, a mano aperta a noi che ne abbiamo bisogno. L’insieme della rappresentazione è sobria e rigorosa per meglio aderire alla personalità di un filosofo come Rosmini. Tuttavia le superfici e le figure stesse appaiono leggermente concave: “Vorrei infatti che sembrassero proprio venire incontro a noi abbandonando per un po’ l’atmosfera di studio e di meditazione in cui sono immerse”. La concavità è, per la de Gregorio, emblema di accettazione, invito ad entrare, accoglienza: è il suo modo di realizzare anche formalmente il rinnovamento dell’arte cristiana. “E questo”, dice l’artista, “è lo scopo della mia fatica”. Anche i fogli hanno un andamento particolare: quello più in alto sembra scaturire proprio dalla parola-chiave charitas, l’ultimo, in basso, più squadrato e solido come un libro, ad evocare la imperitura propagazione del suo pensiero attraverso i suoi scritti, ma anche attraverso l’opera appassionata e indefessa degli ‘Amici di Rosmini”.