Dopo essere stati accompagnati nell’anti-Purgatorio, l’ottobre scorso, in 250 hanno proseguito il viaggio insieme a Dante e alla Divina Commedia e scoperto “La gioia della salita” incamminandosi lungo “Le sette cornici del Purgatorio” narrate dal biblista Gregorio Vivaldelli, professore ordinario allo Studio Teologico Accademico di Trento e apprezzato “cantore” dell’Alighieri, nella serata di martedì 14 marzo al Polo culturale Vigilianum di Trento.
L'”ascesa” ha trovato anche in questa occasione l’accoglienza ospitale di Paola Tomasi, direttrice della Biblioteca diocesana, i graditi inserti musicali dell’Ensemble Concilium guidato dal direttore dell’Ufficio ecumenico Alessandro Martinelli e l’entusiasta risposta di quanti – bambini, studenti, famiglie, insegnanti -, hanno affollato la sala del terzo piano del Vigilianum. La Biblioteca appare, infatti, location più che mai adeguata per dare voce alla bellezza del messaggio contenuto in un libro che sa ancora parlare all’uomo contemporaneo, invitandolo ad alzare lo sguardo alle stelle, cioè a ricordare che siamo nati per essere felici nonostante grandi dolori e momenti di debolezza.
La prima cornice è quella dei superbi ed è la più ampia perché è il vizio che più preoccupa Dante: “Sono persone che pensano di avere sempre ragione e di sapere tutto, perciò si credono Dio: schiacciati dal loro ego, per contrappasso portano sulla schiena un masso e cantano il Padre nostro per ricordare che invece siamo tutti fratelli”.
Il passaggio da una cornice all’altra è consentito da un angelo custode che indica la “chiave” della felicità, cantando la beatitudine corrispondente: “È possibile vincere i vizi se trovi una gioia più grande che ti motiva a fare la fatica di cambiare: per i superbi si tratta di riscoprirsi poveri in spirito, di essere umili e riconoscere di avere bisogno dell’aiuto degli altri”.
Vivaldelli ha poi passato in rassegna invidia, ira, accidia, avarizia, gola e lussuria descrivendone le caratteristiche e l'”antidoto” indicato da Dante.
“La vita la vivi in movimento, camminando e non restandone ai margini anche se vi sono momenti di smarrimento – il messaggio emerso durante l’incontro -, e scoprire ciò che rende felici è ciò che permette di essere se stessi, liberi e liberanti nei rapporti con gli altri”. È al tempo stesso “un ottimo programma di vita per tutti noi: le Beatitudini e Matteo 25” – passo del Vangelo incentrato sulla carità fraterna – ha detto il biblista a conclusione della “salita” citando un tweet di Papa Francesco del 2013. (Patrizia Niccolini)