Consueta chiusura in occasione della festività pasquali per la Curia Arcivescovile. Gli uffici saranno chiusi al pubblico da giovedì 18 fino a lunedì 29 aprile. Riapriranno regolarmente martedì 30 aprile secondo il normale orario.
Martedì 16 aprile, l’arcivescovo Lauro ha rivolto il suo augurio pasquale a tutti i dipendenti della Curia diocesana e degli enti afferenti, riuniti in Sala Clesio. L’Arcivescovo, seduto accanto al vicario generale don Marco Saiani ha esordito commentando il disastroso incendio di Notre-Dame a Parigi: “Mi ha molto colpito la folla che pregava, cantando, davanti a Notre-Dame. Lì mi è venuto spontaneo pensare che quella cattedrale è un simbolo che va ben oltre i credenti e che l’uomo non è descrivibile dal suo curriculum, non è ingabbiabile nella misurabilità del suo fare e del suo avere, ma è eccedenza, è di più, è commozione e stupore. Quella sofferenza davanti a Notre-Dame mi ha fatto dire che da lì dobbiamo ripartire per ricostruire l’Europa”. Nella sua meditazione pasquale don Lauro cita Bohnhoeffer (in Resistenza e resa parla dei “cristiani che stanno vicino a Dio nella sua sofferenza”) e il “suo contributo a mettere in guardia dal rischio di un’esperienza di fede che si limita ad essere religione”. “La Pasqua, prima di essere fascino, è dramma. Ma nella Pasqua – ha aggiunto l’Arcivescovo – l’uomo percepisce che il morire di Gesù di Nazareth è il morire di qualcuno che è sgombro da se stesso. Noi chiamati a intraprendere un altro viaggio, quello che vede nel morire di Gesù una bellezza inaudita, i tratti del regale, come il ladrone che dice “Ricordati di me quando sarai ne tuo regno”. “I tratti del regale sono l’uscire fuori, il commuoversi, lo stupirsi”. “Alla conta della morte manca un nome: Gesù di Nazareth.” “Tutti noi siamo assetati di ‘oltre’, chiamati a commuoverci, stupirci. E’ l’augurio per questa Pasqua”.