La Messa in Cattedrale ha segnato giovedì 30 maggio la celebrazione del Corpus Domini a Trento, guidata dall’arcivescovo Lauro.
Gesù pane spezzato, per uomini e donne che si spezzano per gli altri
Nell’omelia monsignor Tisi si è soffermato a lungo sul gesto dello spezzare il pane da parte di Gesù nell’ultima cena, premessa al dono totale di sé sulla croce. “Nella nostra Eucarestia – nota don Lauro – a volte non si evidenza a sufficienza quel gesto che invece è così importante. In esso, troviamo davanti due modalità per interpretare la vita: regalarla, donarla, spezzarsi per gli altri, oppure all’opposto spezzare la vita agli altri, occupandone lo spazio. Tragicamente, a livello planetario, è in atto un’interpretazione della vita dove si va a spezzare la vita degli altri”. Monsignor Tisi cita il milione di morti in Ucraina e Russia e i quarantamila della crisi in Medioriente. E commenta: “In questo drammatico scenario, la comunità credente che si raduna a spezzare il pane deve prendersi la responsabilità di invertire la rotta e di inviare nell’umano uomini e donne che, grazie a quel Pane, si spezzano per gli altri“.
Torniamo a rendere grazie a quanti ci tengono in piedi
Monsignor Tisi fa quindi notare che prima di spezzare il pane, Gesù rende grazie. “Può spezzarsi per gli altri – commenta don Lauro – soltanto chi ha l’attitudine a rendere grazie. Perché nella misura in cui rendo grazie mi decentro da me e riconosco che io non sono la vita ma che ricevo vita dagli altri e mi ritrovo nella condizione a mia volta di donare vita”. “Sarebbe bello – incoraggia subito dopo don Lauro – che prima di addormentarvi questa sera vi fermiate per rendere grazie dei tanti volti che vi tengono in piedi. Penso ad esempio a tanti uomini che lavorano nelle strutture sanitarie, a tante persone non viste da nessuno che sorreggono le istituzioni, lavorano per l’accoglienza, si prendono carico del disagio della città”.
Oltre il tradimento
L’Arcivescovo ricorda ai fedeli presenti in cattedrale che il gesto eucaristico avviene nella cornice del tradimento di Gesù da parte di Giuda e nella prospettiva dell’abbandono dei discepoli. “Nello stridente contrasto fra il gesto di Gesù che si dona e il tradimento degli uomini, siamo chiamati – commenta don Lauro – a prendere atto dell’enormità dell’amore di Dio che si è dato in Gesù Cristo”. “Vi invito a riprendere l’adorazione eucaristica, il cui scopo è renderci conto del meraviglioso dono che è Gesù Cristo”, si appassiona monsignor Tisi che infonde coraggio: “Il tradimento non ha impedito a Gesù di donarsi, ma la cosa meravigliosa è che ai traditori affida comunque il compito di renderlo presente“.