Danno una mano fondamentale ai parroci e alle comunità nella gestione economica, cercando di far quadrare bilanci spesso in sofferenza: basti pensare che alcune realtà ormai faticano anche solo a pagare il riscaldamento della chiesa. «Voi siete operatori pastorali a tutto tondo», li ha definiti l’arcivescovo Lauro, parlando a poco meno di quattrocento componenti dei Consigli per gli affari economici (CPAE) di parrocchie (456 in Diocesi) e unità pastorali (ad oggi 36), giunti questa mattina da tutto il territorio diocesano a Trento, al Collegio Arcivescovile, per l’avvio di un percorso formativo sulla corresponsabilità dei laici nella gestione dei beni economici ecclesiastici. “Abbiamo considerato spesso la questione amministrativa come un aspetto secondario della vita comunitaria”, ha ricordato monsignor Tisi. “E invece – ha aggiunto – è un ambito pienamente pastorale perché una Chiesa la misuri su come usa beni, risorse, strutture: anche da lì passa il Vangelo!”. “Un cattivo esercizio dei beni ha portato nelle nostre comunità divisioni e spaccature, spesso a causa del pressapochismo” , ha ammonito l’Arcivescovo, ricordando come la volontà di Papa Francesco di “Una Chiesa povera, per i poveri” si realizzi partendo proprio da una “gestione corretta e responsabile dei beni”.
Don Alessandro Aste, vicario giudiziale e cancelliere di Curia ha illustrato il ruolo dei Consigli per gli Affari Economici (rieletti da poco in Diocesi), così come precisato nello Statuto diocesano che ne orienta l’attività (a partire dal codice di diritto canonico e dalle indicazioni dei vescovi). “Rispetto al tema generale della gestione dei beni, nessuno – ha argomentato, citando i documenti della Cei – può dire: non mi riguarda. D’altro canto va superata la mentalità clericale e accentratrice che estromette i laici nell’elaborazione dei processi decisionali”. “Ai componenti dei CPAE – richiamava don Aste – è chiesto spirito cristiano e competenza tecnico-amministrativa, senso di appartenenza ecclesiale, prudenza e onestà, per non contro-testimoniare il Vangelo”. Scendendo nel concreto, il cancelliere ha ricordato l’importanza di ricostruire con precisione la situazione dei beni in capo alle comunità parrocchiali, di migliorare la cura di bilanci preventivi e di puntuali consuntivi che diano conto dell’attività amministrativa. E ha chiuso la sua relazione citando ancora papa Francesco e la sua Evangelii Gaudium: “Il denaro deve servire, non governare”. Nella seconda parte della mattinata è seguito il dibattito su questioni concrete e specifiche, guidato dal Vicario generale don Marco Saiani con alcuni interventi in sala e le risposte dell’Economo diocesano Claudio Puerari e del Direttore dell’ufficio amministrativo Antonio Pacher.
In allegato la relazione di don Aste e lo Statuto dei CPAE.