Anche l’ultima delle otto Assemblee pastorale di Zona tenutasi sabato 1 dicembre ha manifestato uno stile ecclesiale di vivace partecipazione dei laici con l’Arcivescovo Lauro Tisi impegnato soprattutto ad ascoltare e rilanciare gli stimoli emergenti.
A Rovereto, nella chiesa della Sacra Famiglia trasformata quasi in aula sinodale, le priorità d’azione individuate dal Consiglio di Zona della Vallagarina sono state illustrate dal Vicario di Zona don Sergio Nicolli e ruotano attorno alle modalità di “trasmettere un interesse per Gesù e per il Vangelo e attirare una gioiosa partecipazione alla vita di una comunità cristiana, luogo di umanità e di fraternità”? I gruppi di lavoro, coordinati da un bel gruppo di laici presentati da Annalisa, si sono dedicati a cinque aree di vita in cui l’annuncio può essere oggi più favorevole: vita affettiva e famiglia, fragilità e disagio, nascita e prima infanzia, esperienza della crescita, età anziana e fine vita.
Laici, religiosi e preti si sono confrontati sulle modalità con si incontrano le persone (“come vorrei essere accolto e come non vorrei essere accolto?” l’interrogativo per tutti) e i risultati elaborati anche in una sintesi grafica sono stati presentati a mons. Tisi che li ha ampiamente ripresi e commentati.
Prevale oggi una forte domanda di umanità e di ascolto, che la comunità e i singoli dovrebbero portare avanti con un’attenzione che viene ancora prima dei contenuti della fede e prima della tentazione di “contarsi” ed essere efficienti. L’ascolto autentico è quello che non giudica, non incasella in stereotipi o categorie, quello che dà tempo all’altro anche nel senso di avere pazienza dei suoi ritmi di crescita.
Anticipando il confronto che nel pomeriggio ha visto riuniti operatori della Carità e oratori il vescovo ha sottolineato che non sono i singoli leader (come i parroci o la coppia-guida o i responsabili dei vari settori) ma è tutta la comunità che dovrebbe fare propria quest’attenzione.
“In sintesi dovremo tutti impegnarci alla conversione ad uno stile di vita che sappia ripresentare Gesù Cristo e la sua umanità”, ha detto l’Arcivescovo che ha tracciato un percorso ecclesiale fondato su quattro paletti: la Parola, la scelta dei poveri, la vita comunitaria e l’Eucaristia intesa non come rito ma come momento comunitario da cui partire nella propria vita di fede. In conclusione l’Arcivescovo ha invitato don Corrado Prandi, fresco parroco di Calliano, Besenello e Volano, a presentare il progetto diocesano che aggiorna e rilancia i percorsi di preparazione al matrimonio, puntando proprio su uno stile di maggiore accoglienza e ascolto, tenendo conto delle numerose convivenze e anche della provenienze di molti giovani da famiglie “ferite”. (da)