“Come Tommaso, torniamo al desiderio di vedere Gesù”. In cattedrale la domenica della misericordia, con l’arcivescovo Lauro

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L’acqua è il segno con cui si apre la Domenica della Divina Misericordia (nell’Ottava di Pasqua): “Nel battesimo – ricorda l’arcivescovo Lauro in cattedrale – ci è data la possibilità di vivere la vita di Cristo”. E il pensiero di monsignor Tisi va a chi vive “ore di fatica, difficoltà e prova:  Dio misericordia, che in Gesù si è preso a carico la nostra vita, mandi lo Spirito a confortare e a dare speranza”. Nel commentare il racconto evangelico dell’incontro tra Gesù risorto e i discepoli nel cenacolo, e in particolare con l’incredulo Tommaso, don Lauro ne individua “dubbi e desideri” “Osservando Tommaso dimenticate per un momento l’uomo del dubbio e fate attenzione al fatto che luj vuole vedere Gesù“. “Sapete – interroga don Lauro – perché siamo tristi e sciatti e non ‘percepiamo’ il Risorto? Perché siamo senza desideri, uomini del presente, senza aspettative; l’uomo che vive in Europa è uomo senza speranza che si adatta tristemente agli eventi”. “Abbiamo il volto triste e quando andiamo a ripensare la vicenda di Gesù, più che vederla come come colui che ha vinto la morte, ponendo nell’amore radicale l’elemento che consente di vincere il male,  vediamo in realtà l’amore come una sconfitta!”. “Sfiducia nel desiderio, sfiducia nell’amore: combinazione fatale che rende triste la nostra convocazione domenicale”.

“Invochiamo Tommaso“, si appassiona monsignor Tisi, riconoscendone certo il limite del dubbio ma anche il fatto che “non ha spento il suo desiderio” arrivando a fare “l’affermazione più à alta di fede che i Vangeli conoscano: mio Signore e mio Dio, dove quel ‘mio’ non indica possesso ma dice ‘so che appartengo a qualcuno e sono amato‘. Ecco la grande sfida della convocazione domenicale: uscire da qui dicendo ‘sono amato’ e ‘il cuore di Dio batte per me'”.  “Come recuperare desiderio?“, si chiede però don Lauro, indicando la possibile strada: “Toccare il corpo di Cristo che è la Chiesa, con i suoi peccati ma anche con uomini e  donne che vivono del Risorto, vivono di amore per gli altri. Se voi siete qui è perché qualcuno vi ha fatto percepire l’incanto del Vangelo“.

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