9 aprile, Domenica delle Palme, inizio della Settimana Santa. La Chiesa ricorda l’entrata di Gesù a Gerusalemme e la sua successiva passione e morte.
A Trento l’arcivescovo Lauro ha guidato in mattinata la processione dalla basilica di S. Maria Maggiore alla cattedrale, dove si è celebrata la s. Messa. Nell’omelia, si sofferma sul personaggio di Simone di Cirene, chiamato – racconta il Vangelo – a portare la croce di Gesù. “Mi preme – sottolinea l’Arcivescovo ai fedeli – farvi notare l’origine di quest’uomo: la terra africana. Ad aiutare Gesù a portare la croce è un africano”. Poi monsignor Tisi si chiede: “Concretamente cosa significa prendere su di sé la croce di Gesù? La nostra vita – spiega – ogni giorno deve fare i conti con le ombre. La relazione con gli altri non è mai a costo zero, è sempre attraversata da fatica, delusioni, talvolta da tradimenti. Ogni giorno facciamo i conti con la paura dell’altro. La diversità la sentiamo come minaccia. Il pensare diverso ci inquieta. La vita, anche a noi, come a Simone di Cirene riserva sorprese, situazioni inedite, partite che mai avremmo pensato di dover affrontare. A ciascuno di noi, la Croce di Cristo offre luce e speranza”. E, ancora, in un altro passaggio: “Credere nel Dio di Nazareth altro non è che immettere nella nostra vita l’antidoto alla morte: l’amore che si fa servizio, perdono, gratuità. Non servono competenze speciali, studi particolari, basta lasciarsi interpellare, come il Cireneo, dalla vita. Permettete che lo dica: la vita sta domandando questo Dio del Gòlgota, sta chiedendo cirenei del servizio e del perdono per fermare la forza bruta della violenza e dell’aggressività”.
In allegato, testo integrale omelia.
“Cirenei di servizio e perdono, risposta a violenza e aggressività”
bookmark
Domenica delle Palme, l'appello del vescovo Lauro