Sedici bancali di alimenti a lunga conservazione, donati dalla Caritas trentina, sono stati consegnati in mattinata alla Casa della provvidenza, nel cuore della capitale della Moldavia, Chișinău. L’arrivo dei vigili del fuoco permanenti e volontari della provincia di Trento (coordinati rispettivamente da Gabriele Pilzer e Daniele Postal) e del Nucleo volontari alpini (Nuvola) con il capo missione Giovanni Giovannini è stato accolto dal sorriso grande e materno di suor Rosetta Benedetti, originaria di Segonzano e da 13 anni nel Paese dove ad oggi sono transitate 100mila persone in fuga dalla guerra in Ucraina. “Questo è un giorno straordinario. Grazie per esservi ricordati di noi” ha commentato la religiosa all’arrivo del container, scaricato in poche ore dagli uomini della Colonna mobile della Protezione civile trentino-altoatesina che in questi giorni sta operando in Moldavia. “I prodotti che ci avrete portato saranno messi in tavola a tutti i rifugiati che stiamo ospitando. Qui trovano un ambiente sereno, caldo. Sicuro. Li abbiamo accoliti come si fa con un familiare. La speranza è che il conflitto termini il prima possibile per ritornare nelle loro case” ha detto. All’interno della struttura, gli uffici, una cappella e una biblioteca sono stati allestiti con brande e letti a castello per ospitare mamme, bambini e qualche anziano.
In totale, la “Casa” può accogliere 125 persone ma, a partire dal 28 febbraio, vi hanno trascorso almeno una notte in cinquecento. Qui, prima dell’emergenza Covid, trascorrevano i pranzi e lunghi pomeriggi gli anziani indigenti del quartiere. Ora la Stella bianca della Val di Cembra finanzia ogni i mese decine di borse della spesa destinate ai poveri. I bambini moldavi continuano invece a frequentare l’asilo e il campetto poco distante. “Siamo orgogliosi di aver potuto fare la nostra parte. Desideriamo continuare a rimanere accanto alla struttura guidata suor Rosetta. Qualora fosse necessario, noi ci saremo” ha sottolineato Giovannini. Per i vigili del fuoco volontari e permanenti si è trattato di un grande lavoro di sinergia, oltre che fisico: i bancali di materie prime sono stati trasportati manualmente all’interno della struttura. L’incontro con suor Rosetta è stato davvero emozionante. In particolare per il cembrano Pilzer.
La maggior parte degli ospiti della ‘Casa’ provengono da Odessa e Nicolaev, il centro che sta proteggendo la città sotto attacco dalle navi russe. I piccoli Maxim e Veronika giocano con il pupazzo di un dinosauro, seduti accanto alla finestra sotto la quale sono stesi i panni. Nel palazzo a fianco, gestito dal Centro Fides, alcune donne stanno facendo colazione assieme. Un ragazzo segue invece le lezioni in didattica a distanza, garantite da molti insegnanti ucraini. Flash di una nuova ‘normalità’. Ci sono anche quattro generazioni di un’unica famiglia: bisnonna, nonna, mamma e un bebè di tre mesi. Gli uomini non possono varcare la frontiera. Sono chiamati a difendere il loro Paese.
La direttrice della struttura, Elena Adjer, sta organizzando un supporto psicologico per le persone che hanno trovato nella Provvidenza di suor Rosetta un rifugio. “Se l’Ucraina cade, cadiamo anche noi. Le persone che stanno con qui con noi hanno perso tutto. E questa insicurezza ti uccide” sospira la direttrice.
Foto e notizia: Ufficio Stampa PAT