Chiesa trentina in festa, per il dono (nel pomeriggio di sabato 12 settembre) di due nuovi sacerdoti, don Devis Bamhakl e don Gianluca Leone, entrambi 48 anni. Vocazione matura per l’ex poliziotto Davis e l’ex insegnante Gianluca, sui quali ha imposto silenziosamente le mani e intensamente pregato l’arcivescovo Lauro insieme all’emerito Luigi e a molti confratelli sacerdoti, questi ultimi a distanza per via dell’emergenza sanitaria che ha imposto anche accessi limitati alla cattedrale, compensati dalla diretta Tv e streaming.
“La messe è molta, gli operai sono pochi”, esordisce don Lauro nell’omelia, citando la frase del Vangelo di Matteo che sembra descrivere la crisi di vocazioni. Due nuovi preti per la Chiesa di Trento non invertono certo la tendenza (6 preti in quattro anni, a fronte di 59 deceduti), ma monsignor Tisi sprona anzitutto i due nuovi sacerdoti a leggere la realtà non con tono pessimistico ma con “gli occhi di Dio, perennemente aperti allo stupore e alla meraviglia”. “Cari Devis e Gianluca, il primo dono che chiedo oggi per voi – si appassiona don Lauro integrando il testo scritto – è che, come Dio, siate irriducibili nel guardare alla gente con fiducia e speranza e non siate cantori di morte; dalla vostra bocca escano solo parole di speranza e fiducia e non passino parole di disprezzo, rassegnazione, di abdicazione al fatto che la al fatto che la storia, nonostante tutto, rimane serbatoio di acqua fresca e non è realtà che conosce la morte soltanto”. “Noi andiamo a raccogliere quello che il Padre fa, non a piazzare le nostre ‘giocate’; quand’è così il presbitero accredita se stesso e perde il regno, perde la gioia. La chiamata al presbiterato è chiamata a partecipare alla gioia del raccolta e lavorare nella sua messe – precisa quindi don Lauro – non è fatica ma festa”.
Ad avvalorare questa prospettiva monsignor Tisi cita i giorni più drammatici della pandemia: “Non nascondo la difficoltà diffusa nel dare credito a ciò. Se però, per un attimo, ci portiamo sulle prime drammatiche settimane della pandemia, dobbiamo ammettere di aver fatto esperienza concreta dell’incontro con la bellezza della solidarietà, della gratuità, del dono della vita. Abbiamo visto realizzarsi l’auspicio dell’apostolo Pietro: praticate l’ospitalità, conservate tra voi la carità, mettetevi al servizio gli uni degli altri. Cari Devis e Gianluca, questa è l’”energia ricevuta da Dio” che in questo momento viene affidata alla vostra intelligenza, al vostro cuore e alle vostre mani”.
La risposta secondo l’Arcivescovo sta nell’invito a “diventare discepoli della Parola eterna del Padre”, incarnata in Gesù. “Mentre molte delle nostre attività sono soggette al limite, la Parola di Dio varca confini, abbatte barriere, crea un nuovo modo di abitare la nostra umanità. E’ l’ora della Parola – alza il tono don Lauro -, non lasciamoci rubare la Parola”. “Tu, Gesù Cristo – è l’invocazione dell’Arcivescovo – mi dai il passo lieto per camminare nella vita”.
Per Devis e Gianluca, che celebrano per la prima volta l’Eucarestia, il monito a non diventarne “padroni” ma “servi” (“al centro non siete voi ma la comunità”) e ad essere cercatori, in primis tra preti, di comunione e fraternità, altrimenti “il ministero – ne è certo Tisi – rimane infecondo. Diventate uomini di fraternità e comunione, uomini che godono nell’essere un frammento e un tassello del mosaico. Quando uno pensa di essere mosaico è un poveraccio, uno stolto, un nano”, chiosa monsignor Tisi.
“Mentre assistiamo, a cominciare delle mura ecclesiali, allo scandalo della divisione e di una conflittualità crescente, lasciatevi affascinare dalla chiamata di Gesù ad una vita buona e fraterna”, conclude con calore l’arcivescovo Tisi rivolgendosi ai due ordinandi, subito prima di imporre loro le mani.
A conclusione della Messa di ordinazione l’arcivescovo Lauro ha rivolto un grazie accorato ai nuovi preti e alle loro famiglie, in particolare i genitori con un pensiero al papà di Devis, Antonio (scomparso nel 2018) e a mamma Luciana (che seguiva la celebrazione da casa), alla mamma di Gianluca, Franca (venuta a mancare nel 2014) insieme al marito Loreto, emozionato nel primo banco. Il grazie è andato ai formatori e ai tanti preti presenti.
Don Lauro ha quindi annunciato una nuova iniziativa che coinvolgerà tutta la Diocesi ogni primo giovedì del mese a partire dal 1° ottobre: una grande preghiera vocazionale che vedrà tutte le comunità riunite sul territorio e in sintonia con l’Arcivescovo che ogni mese toccherà una parrocchia diversa. FOTO GIANNI ZOTTA