Riprese in chiesa e trasmissioni via social, istruzioni per l’uso. Con le aule liturgiche vuote e le chiese chiuse per via dell’emergenza, acquista grande rilevanza la possibilità di raggiungere i propri fedeli con gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia digitale e che possono consentire la ripresa delle celebrazioni anche con mezzi non professionali, ma garantendo, nella maggior parte dei casi, una buona qualità del servizio. I canali media su cui veicolare le riprese vanno da quelli classici come radio e tv, ai social (Facebook, Whatsapp, Youtube, Twitter, Instagram…).
Si fa l’ impossibile – come sottolinea anche il quotidiano Avvenire – per far arrivare la messa al popolo che non c’ è, ma è più che mai presente con la sua attesa di trovare la liturgia, via televisione o web. Uno sforzo che si estende a migliaia di parrocchie e di sacerdoti, ma che deve scontare la fatica e il disagio di tanti per affrontare celebrazioni nelle quali i soli occhi presenti davanti all’altare sono quelli di una telecamera o uno smartphone. Era dunque inevitabile che si palesassero limiti ed errori nella tecnica d’uso o nell’interpretazione dell’ alfabeto digitale. Problemi dei quali la Conferenza Episcopale Italiana ha preso nota offrendo ora a tempo di record un decalogo («Celebrare in diretta tv o in streaming») che ricorda alcuni punti fermi a chi sta affinando la propria capacità di proporre liturgie live.
Ci è dato da vivere un tempo di prova, un tempo in cui ci troviamo ad essere fisicamente divisi dai fedeli per evitare il diffondersi di un virus che non fa distinguo, neanche di fronte al sacro. Sappiamo con quanta generosità, nel rispetto delle norme sanitarie, sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, cercano di essere vicini alle persone nel bisogno, esprimendo nel che si avverte ancor più necessaria. Esortiamo a non far venir meno mai la prudenza, perché la trasmissione del Covid-19 avviene per contatto e, se non si rispettano scrupolosamente le regole base di attenzione, il rischio è di trasformarsi in presenze dannose soprattutto per i malati anziani o con gravi patologie. Non bisogna mai dimenticare, però, che l’Eucaristia è un grande dono, il più prezioso, e di esso e della sua celebrazione è doveroso prenderci cura. I suggerimenti che seguono nascono proprio da questa esigenza.
Accanto al decalogo CEI anche alcuni consigli pratici offerti da WeCa (Webmaster cattolici) in questo VIDEO: