Capodanno di pace, in trecento alla marcia diocesana. Per rilanciare nuovi stili di vita e un’ecologia del cuore.

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Le provocazioni di Adriano Sella e dell’arcivescovo Lauro

Le provocazioni del missionario laico Adriano Sella, la marcia silenziosa dalle Gallerie di Piedicastello alla chiesa di Cristo Re dove l’arcivescovo Lauro guida la s. Messa. E dove esordisce invitando a chiedere a Dio la “conversione del cuore, quell’ecologia del cuore, premessa indispensabile per la salvaguardia del creato”. A Trento, mercoledì 1^ gennaio, almeno trecento persone hanno animato la Giornata Mondiale della Pace nel segno – recitava il titolo dell’evento diocesano, facendo eco al messaggio del Papa  –  della “pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione, conversione ecologica.”
Sella, promotore nazionale dei “Nuovi stili di vita“, ritiene non più rinviabile una “conversione ecologica“ che deve portare a nuovi modelli di sviluppo. Partendo però da ognuno di noi e dalle nostre scelte quotidiane: ad esempio un carrello della spesa giusto e sostenibile e, soprattutto, l’attenzione ai poveri, a cui va restituita dignità. “Prenditi cura della natura e recupera l’armonia con tutte le creature per poter spezzare la logica della violenza e dello sfruttamento” è scritto anche nelle otto regole dei nuovi stili di vita indicati da Sella e stampati sul volantino distribuito in sala e all’ingresso della chiesa. Al cambiamento culturale e spirituale invita con passione anche l’arcivescovo Tisi che nell’omelia (testo integrale allegato) sottolinea la nostra “fatica ad abitare il nuovo. Ci è più congeniale il mestiere dell’antiquario. Al pernottare all’aperto dei pastori  preferiamo le sicurezze della casa, le risposte già date e certificate. Ma  così rifiutiamo di frequentare la vita”. La provocazione natalizia dei pastori tocca anche l’idea di Dio: “Siamo uguali, credenti e non,  nel liquidare Dio con le nostre baldanzose affermazioni come fosse nostro compagno di banco”, denuncia Tisi, rilevando il rischio della “banalità e strumentalizzazione di Dio. Nella grotta di Betlemme non c’è nulla dall’apparato con cui noi parliamo di Dio! Lasciamoci sconquassare da quella grotta per scoprire che il nome del nostro Dio è Gesù – Dio salva – e la salvezza è una sola: abbassarsi, incontrarsi, dialogare,  farsi carico.”  “Dio che viene al mondo e non ha casa ci dice che la casa è essere fuori di te, la tua casa è avere come numero civico quello del tuo vicino. Basta con il Dio borghese da cui si ricavano benefit per ingrandire il proprio ego. Con il Dio di Gesù Cristo non hai pace!”. Per don Lauro ecco la radice della pace: “gente come Dio che non demorde dal continuare ad amare anche quando conosce il rifiuto”. Un modello che Tisi riferisce ad esempio ad Antonio Megalizzi, proprio nella chiesa parrocchiale del giovane ucciso un anno fa dal terrorismo. “Questi sono costruttori di pace, gli uomini del Dio di Betlemme. In questa chiesa, davanti ai suoi genitori,  chiediamo la determinazione che aveva Antonio nel perseguire dialogo, confronto, riconciliazione.”