“Nulla è più distruttivo, corrosivo, alienante, del testimone infelice; nessuno emana radiazioni più scoraggianti di quello risentito, disadattato, immusonito. Questo non è tempo di resistenza, ma un tempo di fedeltà. Non contro qualcuno; ma per qualcosa. È il tempo della nostra fedeltà alle ragioni del vangelo”.
Così scrive Giuliano Zanchi, direttore de “La Rivista del clero italiano“, nell’editoriale di ottobre dal titolo “Non è il momento di fare i depressi“.
Zanchi ricorda il positivo percorso del Cammino sinodale in Italia e del Sinodo universale, nonostante il coinvolgimento sia avvenuto soprattutto a un livello intra-ecclesiale. “Tuttavia – nota – il numero delle persone coinvolte resta importante. Non deluderle, lo è ancora di più”. Il direttore della “Rivista del clero” paragona la situazione attuale a quella vissuta dai discepoli di Emmaus, pagina biblica non a caso scelta come icona della fase sapienziale del Cammino sinodale, e allo scenario descritto da Apocalisse in cui “tutti vengono rassicurati sul fatto che al di là delle apparenze Cristo ha già vinto la battaglia che riscatta il mondo”. Per Zanchi la Chiesa “deve solo essere presenza catalizzatrice” del messaggio di Gesù rilanciato dall’evangelista Giovanni “«Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). “Il cammino sinodale – conclude Zanchi – è uno dei momenti favorevoli che ci vengono offerti. Abbiamo un capitale creativo da spendere, l’invito a ospitare, il compito di inventare, il dovere di accogliere. Non è questo il momento per fare i depressi“.
QUI TESTO INTEGRALE DELL’EDITORIALE