Beato_Bellesini_foto_Zotta

Beato Bellesini,  figura da rilanciare. A Trento la passeggiata bellesiniana e un convegno di studio sul “parroco dei pezoteri”

bookmark

La Chiesa di Trento “ritrova” e rilancia il beato Stefano Bellesini.  A 250 anni esatti dalla sua nascita, il 25 novembre 1774, una rappresentativa folla di fedeli trentini ha ripercorso i luoghi bellesiniani nel cuore della città, sostando infine in preghiera con l’arcivescovo Lauro attorno al fonte battesimale nella basilica di Santa Maria Maggiore dove è stata collocata una stele (vicina a quella di Chiara Lubich).

“Un piccolo gesto – ha spiegato mons. Tisi – con il quale vogliamo sottolineare queste due giornate promosse insieme ai monaci agostiniani per approfondire anche con un convegno la vita e l’opera di padre Stefano. Avverto la responsabilità – ha aggiunto don Lauro – di “riappropriarsi” come comunità trentina di questo nostro Beato perché dobbiamo ammettere che nel corso dei secoli non siamo stati proprio bravi a valorizzare questa straordinaria figura che ora dobbiamo rilanciare per far percepire quale grande tesoro è stato per noi”.

La delegazione agostiniana

Alla preghiera di ringraziamento – animata dal parroco di Santa Maria e delegato alla Cultura don Andrea Decarli e dal responsabile del progetto “Chieseacolori” Alessandro Martinelli – ha partecipato anche la delegazione della Provincia d’Italia degli Agostiniani. Erano presenti il vicario generale padre Joseph Farrell, il “provinciale” italiano padre Gabriele Pedicino, il postulatore della Causa padre Josef Sciberras, il segretario generale dell’Ordine padre Pasquale di Lerina, padre Luciano De Micheli e padre Ludovico Maria Centra, parroco di Genazzano e quindi successore di Bellesini nella cittadina dove egli operò e dove mori di contagio il 2 febbraio 1840.

Il percorso cittadino

È partito dalla chiesa del convento agostiniano di San Marco, dove il beato Stefano cominciò la sua vita di carità distinguendosi per la sua dedizione alle famiglie  povere (i “pezoteri”) il percorso a piedi sui luoghi bellesiniani illustrato da Lucia Oss, guida dell’associazione diocesana “Anastasia”. Ha poi fatto tappa nella chiesa del Suffragio (dove esiste ampia documentazione artistica sulla vita del  beato), in via Manci fino alla casa di piazza Duomo e al vicolo che conduce verso Santa Maria Maggiore nelle atmosfere richiamate del libro di Carlo Vivaldelli e Giuseppina Gottardi.

L’attualità di Bellesini

Anche a distanza di due secoli e mezzo l’Arcivescovo di Trento ritiene che le scelte di Bellesini, sia in campo pastorale che educativo, siano di “incredibile attualità”: ha citato in particolare un “annuncio cristiano ai giovani” che non sia avvertito come “obbligo gravoso ma come “scoperta gioiosa”, un’esperienza liturgica che non sia caratterizzata “da noia e sciatteria”, ma che sottolinei la vicinanza con la vita, una ricerca teologica troppo astratta che non favorisce l’incontro con l’umanità di Gesù: “Mi è sempre piaciuta la frase del Bellesini: “Studiare religione non è altro che studiare Gesù Cristo”.

Questi spunti sono stati riprese al Polo “Vigilianum” nel convegno moderato da padre Josef Sciberras, autore di un approfondimento della vocazione agostiniana del sacerdote trentino.

Lo storico Mauro Nequirito ha inquadrato l’esperienza di Bellesini nel contesto storico del Principato Vescovile, padre Matteo Giuliani ha invece messo a fuoco alcuni aspetti profetici della pedagogia e della didattica del Bellesini quando fu responsabile di tutta la scuola pubblica della nostra Regione, facendosi carico dei problemi delle famiglie e valorizzando soprattutto le figure dei maestri e degli insegnanti di religiose, “professionalmente preparati”.

Domenico Gobbi ha invece scandagliato le fonti bellesiniane – offrendo molti spunti per ulteriori ricerche – cogliendo vari elementi della sua personalità; gli studi a Roma e a Bologna, la predicazione in varie comunità trentine, la corrispondenza epistolare “da dove emerge la bontà e l’eroicità del futuro beato, impegnato a ottenere anche dal Papa sussidi per i poveri della sua parrocchia di Genazzano”.

A conclusione del convegno, mons. Lauro Tisi e don Andrea Decarli hanno auspicato che questa riscoperta del beato Stefano possa proseguire – sia nella sua festa liturgica del 3 febbraio – che nella prossima visita pellegrinaggio che mons. Tisi farà in marzo a Genazzano sulle orme del parroco Bellesini (d.a).

Foto Zotta