Affreschi di Carlo Sartori a Godenzo, via al restauro

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Sta per partire un interessante lavoro di restauro della decorazione pittorica realizzata alla fine degli anni ’50 da Carlo Sartori sulla facciata dell’ex Casa sociale, oratorio e teatro di Godenzo, nel Comune di Comano Terme, un edificio di proprietà della parrocchia di San Giovanni di Godenzo-Poia. L’opera è stata finanziata dalla Provincia con poco più di 90.000 euro, nell’ambito del “Bando pubblico per l’anno 2022 per il sostegno di interventi diretti ad assicurare la conservazione e la valorizzazione di manufatti appartenenti al patrimonio popolare, esposti al pubblico godimento”, approvato dalla Giunta provinciale nell’ottobre 2022.

Carlo Sartori (Ranzo di Vezzano 1921 – Trento 2010) si è stabilito con la sua famiglia a Godenzo nel 1931 ed è rimasto legato per tutta la vita al piccolo borgo, nel cui cimitero è oggi sepolto. Personalità colta e sensibile, inventore di un “arcaico primitivismo” tutt’altro che naif ma, al contrario, frutto di una lunga ricerca formale e stilistica, Sartori ha incentrato tutta la sua produzione artistica sulla vita contadina e religiosa del mondo rurale trentino, senza trascurare inoltre i campi del ritratto, della pittura sacra, della natura morta.
A Godenzo è attiva la Fondazione Casa Museo Carlo Sartori che conserva un interessante patrimonio documentario costituito da carteggi, rassegne stampa e opere che restituiscono un’approfondita visione della produzione dell’artista; per valorizzarne ulteriormente l’attività della Fondazione l’Ufficio beni archivistici della Provincia ha in programma a breve un riordino complessivo della documentazione.

Il decoro pittorico eseguito da Carlo Sartori nel 1958 ricopre buona parte della superficie della facciata ovest dell’ex Casa sociale, oratorio e teatro di Godenzo e sviluppa un ampio apparato figurativo che comprende nella parte alta raffigurazioni di personaggi della storia sacra (fra cui Gesù Cristo benedicente, la Vergine Maria, San Giovanni Evangelista, Santa Maria Maddalena e le Virtù teologali), nella parte centrale scene della vita e del lavoro quotidiano della popolazione del luogo e da ultimo, nella parte bassa, composizioni geometriche e l’epigrafe dedicatoria che recita “Le opere sociali a beneficio di tutti sorgono da umile sacrificio della buona volontà e della concordia”. La frase, ben visibile a chiunque osservi il prospetto dell’edificio, rappresenta la chiave di comprensione dell’opera di Sartori e dell’intero edificio, sorto grazie allo sforzo dell’intera comunità e al lavoro dei paesani che prestarono gratuitamente il proprio operato per la sua costruzione. Anche il pittore donò il proprio lavoro a questa impresa comunitaria fra il 1957 e il 1960 imbiancando le pareti dell’edificio, verniciando le tapparelle, creando gli allestimenti e le scenografie per il teatro e, soprattutto, progettando ed eseguendo personalmente gli ornati pittorici della facciata.
Lo stile dei dipinti murali ricorda immediatamente i tratti del cubismo, con cui Sartori era entrato in contatto in gioventù, ma l’intento del pittore è in primo luogo una genuina e personale ricerca sulla luce e sul colore, come egli stesso ricorda nella propria autobiografia: “avevo dipinto gli affreschi esterni della casa sociale del paese elaborando per l’occasione una metodologia tutta inventata da me e che ho chiamato ‘prismatica’. La mia idea era quella di ottenere il meglio della luce, del colore e del volume”.
La pittura si presenta oggi molto sbiadita e ridotta nella vivacità dei toni cromatici che l’artista aveva voluto e che sono oggi documentati grazie ai bozzetti autografi conservati presso la Fondazione Casa Museo Carlo Sartori di Godenzo. L’intervento si prefigge quindi di approfondire la conoscenza delle tecniche utilizzate dall’artista per comprendere i meccanismi di degrado dei materiali originali, per poi passare al consolidamento di eventuali porzioni di intonaco a rischio di caduta, alla pulitura delle pitture (a secco o con impacchi differenziati a seconda delle diverse superfici policrome), all’estrazione dei sali dalle zone interessate da efflorescenze, al consolidamento e alla stuccatura delle lesioni e delle lacune, e infine al ritocco delle parti abrase o lacunose e alla stesura di un protettivo idoneo.

Anche se al momento la decorazione pittorica non è soggetta a vincolo di tutela culturale, poiché non sono ancora trascorsi 70 anni dalla sua realizzazione come previsto per legge, il progetto di restauro è stato messo a punto nel 2022 sotto la sorveglianza dall’Umst – Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia, in considerazione dell’oggettiva rarità della decorazione e dell’accertata rinomanza del suo autore.
I lavori di restauro sono stati affidati dall’ente proprietario dell’edificio alla ditta Consorzio ARS Conservazione e restauro beni culturali – Trento e si dovrebbero concludere entro l’anno.

TESTO E FOTO: UFFICIO STAMPA PAT