Dopo Pergine, Campitello e Canazei, Vermiglio, in cima alla val di Sole. Anch’esso tra i comuni trentini più colpiti dal Coronavirus. L’arcivescovo Lauro vi si è recato nel pomeriggio di domenica 7 giugno, seconda tappa di un toccante itinerario (senza particolare preavviso, per evitare assembramenti) nei territori dove Covid-19 ha ferito tante famiglie e messo alla prova le comunità. Ha celebrato la s. Messa nella chiesa parrocchiale (accanto al parroco don Enrico Pret e al viceparroco don Riccardo Pedrotti) e ha pregato davanti alle tombe sul cimitero.
Un percorso, quello dell’Arcivescovo, per invitare a non dimenticare il dolore che ha attraversato con mano pesante soprattutto alcune valli e in particolare i tanti, troppi, che non ce l’hanno fatta; per dire grazie a quanti si sono spesi nell’aiutare chi era più in difficoltà; per incoraggiare tutti a guardare con speranza al futuro, facendo tesoro dell’esperienza vissuta. A lui il grazie di tutta Vermiglio da parte del sindaco Anna Panizza che ha ricordato i giorni della paura e della sofferenza, ripensando anche “alla morte di alcuni vermigliani, strappati ai loro cari senza neppure un gesto di commiato, un abbraccio e senza poter avere un funerale dignitoso”.
“La sua presenza – ha detto Panizza all’indirizzo di don Lauro – ci porta grande conforto, speranza, ma anche grande forza. Sono convinta – ha aggiunto il primo cittadino di Vermiglio – che questa esperienza dolorosa ci ha resi tutti più forti perché più ricchi, abbiamo ricevuto e dato aiuto e ora siamo più consapevoli di ciò che realmente conta nella nostra vita: gli affetti, le relazioni, la condivisione fatta di gesti, parole, sguardi e preghiera”.