Sarà dato nel pomeriggio di oggi, giovedì 23 marzo alle 16 nella chiesa di Santa Caterina, a Rovereto l’ultimo saluto a padre Gregorio Moggio, frate cappuccino del convento di Rovereto. Nella parrocchia di Santa Caterina, affidata ai cappuccini, era molto stimato per via del suo impegno a favore di giovani e famiglie fin dai primi anni Settanta. Padre Moggio era nato nel 1934 a Rumo, in Val di Non. È stato superiore dei conventi di Rovereto, Terzolas ed Arco. Tra il 2001 e il 2007 è stato anche padre provinciale dei frati cappuccini del Trentino. Negli ultimi anni è stato responsabile dell’infermeria del convento dei cappuccini di Rovereto.
“Era una persona speciale, molto umana. Tutti si trovavano bene con lui, perché era capace di accogliere senza avere uno sguardo indagatore”, ricorda Emanuela Pandini, che ha fatto parte del gruppo giovani, ora diventato gruppo famiglie, che padre Moggio aveva istituito appena arrivato nel 1970 al convento di Santa Caterina.
“Ha avuto l’intuizione di parlare con i giovani della parrocchia per costituire un gruppo religioso con il quale lavorava assieme, soprattutto per i poveri”, racconta Emanuela. “Per noi giovani – aggiunge – padre Moggio è stata una persona fondamentale”.
Tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta aveva lavorato nella cooperativa Girasole e a Villa Argia, a Mori. Ha contribuito anche alla fondazione della casa d’accoglienza Il Portico di Rovereto.
Ieri sera, nella chiesa di Santa Caterina, parrocchiani e cappuccini hanno dato vita a un momento di preghiera e di ricordo congiunto di padre Moggio.