Anche l’ultima delle nove Assemblee sinodali, tenutasi stamattina nella chiesa della Sacra Famiglia a Rovereto per le comunità della Vallagarina, è stata diversa dalle altre per gli stimoli emersi dal territorio. Una conferma sottolineata nella sua sintesi dall’arcivescovo Lauro Tisi che ha evidenziato ovunque la disponibilità ad un ascolto sincero, “aperto e non polemico anche su problemi divisivi”. Significativa anche la facilità con cui l’assemblea si è articolata in gruppi sinodali che si sono confrontati sui tre temi – giovani, donne, fragilità – al centro dei tre Cantieri sinodali dopo il lavoro del primo anno.
“Alcune delle nostra comunità stanno ancora avviando il loro Cammino – ha detto la referente di Zona suor Annamaria Broccardo – e da questa Assemblea troviamo nuovo impulso per ripartire, mettendo al centro la qualità delle nostre relazioni”. Una panoramica sulle 60 parrocchie della Vallagarina, segnata dalle realtà urbane dell’asta dell’Adige, ma anche da realtà più montanare legate alla terra, è stata offerta da Romano Panizza che ha segnalato “diversi sensi di appartenenza” e un radicamento della fede “a volte più profondo a volte più superficiale ma pur sempre presente”. Ha evidenziato anche l’impegno del volontariato ecclesiale nel rispondere a numerose richieste di aiuto provenienti dai problemi economici che attanagliano il tessuto produttivo: “Sono piccoli talenti in cui vediamo la chiave per costruire un nuovo cammino all’insegna della fraternità”.
Dopo il resoconto sulle sintesi del primo anno offerta da don Celestino Riz e Antonio Miotello e prima della proposta metodologica di don Mattia Vanzo si sono formati quasi spontaneamente i gruppi sinodali che hanno fatto emergere un grande numero di domande. Molte sono state relative alla famiglia (come accompagnare i fidanzati? come formare gli sposi? come coinvolgere le famiglie?), all’esigenza di un rinnovamento della catechesi, ad un vero interesse ai giovani (“non creiamo una bolla per loro e con loro?”) , sul proseguimento del Cammino sinodale in modo leggero. “Ma la Chiesa è pronta per il cambiamento? E I laici saranno davvero coinvolti?” due delle tante domande presentate.
Mons. Lauro Tisi ha sottolineato alle comunità roveretane l’importanza di guardare ai giovani non con proposte sporadiche ma con un percorso attento ai loro bisogni (“con loro serve un quaderno ad anelli – ha detto – più che un piano prestabilito”), ha incoraggiato le comunità che sanno sostenere i loro sacerdoti con problemi di salute, ha ribadito l’importanza della comunità assieme al pane e alla Parola per formare comunità davvero eucaristiche. “In queste assemblee abbiamo imparato ad affrontare argomenti anche delicati in modo aperto e rispettoso”, ha concluso. Un ringraziamento speciale all’equipe sinodale e al Vicario di Zona don Marco Saiani, un augurio ad Antonio Caproni che sarà ordinato diacono permanente nei prossimi mesi.