A Riva del Garda incontro "Sulla Tua Parola" con vescovo Lauro

A Riva del Garda l’incontro “Sulla Tua Parola”. “Le comunità a misura di Dio raccontano di essere perdonate”.

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La chiesa di San Giuseppe di Riva del Garda ha ospitato sabato 15 marzo l’incontro di Sulla Tua Parola. Analogamente a quanto avviene con i giovani di “Passi di vangelo”, il format di “Sulla Tua Parola” vede protagonista sempre l’arcivescovo Lauro ma circondato, in tal caso, da adulti e dalle loro domande.

Al centro, rimane il Vangelo. Nell’appuntamento rivano (secondo dell’anno pastorale dopo l’esordio il 26 ottobre al Mezzocorona) in particolare la parabola del Padre Misericordioso (Lc 15,1-3.11-32).

L’intervento del Vescovo ha preso spunto dagli interrogativi proposti dai gruppi di “Sulla Tua Parola” di Riva e di Nago-Torbole. “È bello – ha detto loro don Lauro  – il fatto che abbiate sottolineato come il volto di Dio raccontato nella parabola richieda un volto diverso di Chiesa.

I due figli, entrambi narcisi

“La parabola – argomenta monsignor Tisi – è una modalità narrativa con cui Gesù vuole andare a interpretare le modalità in cui l’uomo sta al mondo. I due fratelli – nota don Lauro – sono molto simili. Entrambi sono dei narcisi. Il primo non vuole avere relazione col Padre, il secondo non ha relazione con il Padre, pensa il Padre come il bancomat. Entrambi hanno difficoltà a relazionarsi con il Padre”. “Il primo – approfondisce l’Arcivescovo – ritorna dal Padre per opportunismo. Ma chi di noi può dire di non avere zone d’ombra? Questo brano ci dice di non agitarci se abbiamo delle zone d’ombra, delle inconsistenze. Dio non si ferma a queste, lui ci ama, lui è più forte delle nostre inconsistenze”.

“Il figlio maggiore – aggiunge don Lauro – sta chiuso nella sua torre d’avorio. Ognuno di noi è anche il figlio maggiore, vive con delle rivendicazioni, sente il bisogno di essere risarcito. Ognuno di noi fugge un po’ la relazione, ha poi nostalgia della relazione e a sua volta bisogno di risarcimento.

Dio non si scandalizza

“Questo Dio – è la riflessione dell’Arcivescovo – è un Dio che non si scandalizza, che sta con pubblicani, ladri e prostitute. Solo Dio non ha zone d’ombra, ha una vita pulita, vita dall’abbraccio accogliente. Nell’umanità di Gesù, nel momento del morire soprattutto, vediamo i tratti di un Dio che è diverso. A Dio basta un cenno di ravvedimento e poi lavora lui, è lui a trasformare. Noi siamo amati non perché siamo a posto, ma siamo amati gratis”.

Don Lauro si sofferma quindi sul finale della parabola: “Tu sei sempre con me! Questa è la beatitudine. Non hai bisogno di nessuna paga. Le comunità a misura di Dio – conclude monsignor Tisi – sono comunità che raccontano di essere perdonate”.