“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma quanta strada dobbiamo ancora fare per dare corpo e concretezza a questo principio della nostra Costituzione! Le morti sul lavoro anche nel nostro Trentino, la precarietà del lavoro giovanile, i salari inadeguati, la diseguaglianza retributiva tra uomini e donne, lo sfruttamento dei migranti”. La denuncia dell’arcivescovo Lauro sale tra bancali di assi della segheria della Magnifica Comunità a Ziano di Fiemme, nella Messa per il 1° Maggio, festa di san Giuseppe lavoratore. Una valle, quella di Fiemme, spesso indicata da monsignor Tisi come modello virtuoso di sviluppo perché sta “sperimentando con le proprie imprese – nota l’Arcivescovo anche in occasione della Festa del lavoro – degli innovativi sistemi volti a un lavoro che vada a tutelare l’ambiente e a permettere la conciliazione famiglia-lavoro”.
Territorio modello
Ma a fare di Fiemme un modello – non a caso, ricorda don Lauro, scelto tra le buone prassi da raccontare alla prossima Settimana sociale dei cattolici a Trieste in luglio – c’è la sua capacità di reagire alle ripetute ferite – il doppio Cermis, Stava, Vaia, ora il bostrico – anche grazie a “quella cultura – nota l’Arcivescovo – che ha dato vita alla straordinaria esperienza della Magnifica Comunità di Fiemme” e alle cui radici rimandano “la tutela del territorio, il lavoro gratuito a favore della comunità, la solidarietà come strumento per la salvaguardia del bene di tutti, la valorizzazione delle tipicità di ogni comunità”.
Radici nelle quali don Lauro ritrova “i lineamenti del falegname di Nazareth, la bellezza e la forza del Vangelo. L’augurio è che la nostra Chiesa insieme con voi, – sull’esempio di San Giuseppe il quale, dopo aver insegnato a Gesù il mestiere del falegname a sua volta ne è diventato discepolo – possa contribuire al sogno di un mondo diverso, un mondo a misura d’uomo e non a misura di denaro”.
“Economia capace di scommettere sull’uomo”
Per questo monsignor Tisi invoca “un’economia costruita attorno all’uomo, ai suoi desideri, ai suoi sogni, in una parola: un’economia che scommetta sulla risorsa umana come vero motore dell’azione economica: sarebbe – ne è convinto Tisi – un vantaggio per tutti, porrebbe fine alle diseguaglianze sociali all’origine di tante tensioni e conflitti, permetterebbe al mondo del lavoro di sviluppare creatività, innovazione e benessere diffuso”.
Quanto al tema cruciale dell’attenzione all’ambiente, secondo l’Arcivescovo “per invertire la rotta e prenderci cura del Creato, c’è bisogno di coraggio, decisioni forti che non possono non andare anche a rivedere i nostri sistemi lavorativi che molto spesso non tengono assolutamente conto della questione ambientale”.
Ampia partecipazione comunitaria
La Messa, concelebrata dai parroci e dai preti collaboratori in valle o di origine fiemmese e dal delegato dell’Area Testimonianza, ha visto un’ampia partecipazione della popolazione, insieme ai rappresentanti delle istituzioni, con in testa lo Scario della Magnifica comunità Mauro Gilmozzi e i sindaci della valle. Il saluto all’Arcivescovo è stato portato da Marco Boschetto, direttore della segheria. Presente anche un’ampia rappresentanza delle Acli e del mondo imprenditoriale locale con le tante imprese d’eccellenza, capaci di ritagliarsi scenari internazionali pur rimanendo fortemente legate al territorio.