Nei giorni dell’1 e 2 novembre, in cui si affollano i cimiteri e il ricordo delle persone amate si fa più intenso, si intensificano anche gli interrogativi più intimi e spesso laceranti sul dopo morte, sull’aldilà.
Un profeta dell’aldilà capace di parlare all’aldiqua è senz’altro Dante Alighieri con la sua Divina Commedia. Un capolavoro al quale molti trentini si sono avvicinati, in questi anni, anche grazie all’opera di interpretazione e divulgazione del professor Gregorio Vivaldelli. Nelle sue molteplici serate, il biblista rivano affianca con naturalezza all’opera dantesca i testi della Sacra Scrittura e le provocazioni di altri grandi autori.
Riproponiamo in questa sede la recensione (pubblicata da Vita Trentina) della serata offerta dalla Diocesi trentina lo scorso 6 ottobre al Palarotari: un affascinante viaggio insieme al Sommo Poeta lungo le cornici del Purgatorio, verso la gioia. Con un’unica, dominante, esortazione evangelica, come conferma anche la liturgia di Ognissanti: il brano delle Beatitudini. Un auspicio di serenità e di pace, in questo inizio di novembre e in quest’ora buia della storia, come l’ha definita nei giorni scorsi papa Francesco.
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