Il Triduo Pasquale in Duomo a Trento

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“Fate questo in memoria di me.”
Parole ricche, che risuonano in ogni celebrazione e che ci introducono in modo particolare in quello che chiamiamo Triduo Pasquale, che ha inizio con la Messa in “Coena Domini”, in cui riviviamo ciò che Gesù ci ha lasciato, il Suo Corpo e il Suo Sangue.
Anche noi, come comunità del Seminario di Trento, abbiamo vissuto il Triduo Pasquale, vivendo quei giorni intensi insieme.
È sempre una gioia, una ricchezza, entrare nel Vero Mistero di Gesù, che si è fatto corpo e sangue per noi, fino a dare la sua vita sulla croce e poi risorgere il terzo giorno.
Mi colpiscono molto e voglio condividere con voi quelle parole che ogni tanto ci capita di ascoltare: “il primo giorno dopo il Sabato”. Quel Giorno in cui è racchiusa tutta la nostra fede, quel Giorno in cui Cristo ci ha donato una Nuova Vita e che noi siamo chiamati a testimoniare. Abbiamo condiviso questi giorni importanti insieme al nostro arcivescovo Lauro, che con le sue parole ci ha fatto entrare e gustare questo grande Mistero. Assieme a lui anche don Mattia, cerimoniere della cattedrale, con cui non abbiamo condiviso non solamente le celebrazioni, ma anche alcuni momenti conviviali e tante risate.
Importante la presenza dei canonici del duomo, che hanno voluto essere presenti a tutte le
celebrazioni. La loro presenza è molto significativa per tutta la nostra chiesa, che accompagnano ogni giorno con la celebrazione della messa e altri momenti di preghiera. Non voglio dimenticare i sagrestani, intenti nel svolgere al meglio il loro compito. Anche il coro del duomo e di Santa Maria Maggiore, che hanno accompagnato i vari momenti. Infine i vari ministranti che si sono alternati nei vari giorni.
Mi permetto brevemente di condividere ancora con voi due dei tanti momenti vissuti che mi sono piaciuti in modo particolare. Uno è successo giovedì santo dopo la celebrazione… quando le luci del duomo erano soffuse e l’attenzione era rivolta alla Cappella del Santissimo, dove tutti raccolti nel silenzio adoravano Gesù. È stato per me un momento molto forte. Un altro semplice, familiare, è stato dopo la Veglia Pasquale: terminata la messa, insieme al Vescovo, abbiamo condiviso una fetta di colomba e ci siamo scambiati gli auguri, insieme a don Mattia e ai nostri formatori.

Gianluca Marocchi