Con la novità introdotta quest’anno nei numeri di questo giornalino, ovvero di focalizzarsi sulle parrocchie di esperienza di noi seminaristi, la redazione ha pensato per la rubrica nella quale sto scrivendo di proporre uno spazio dove il seminarista assegnato alla comunità presa in esame possa raccontare una sua passione. Iniziando con le comunità dell’Argentario, mi ritrovo allora a descrivervi come per me il cinema sia una grande fonte di relax, di riflessione e di emozione.
Innanzitutto, ci sono poche cose che mi rilassano e mi fanno riposare come guardare un bel film e anche se magari devo fare molta attenzione, provo sempre alla fine della visione un senso di buon umore e di distensione. Nel cinema poi trovo spesso e volentieri motivo di riflessione, in quanto le vicende narrate e il come sono raccontate mi coinvolgono molto più rispetto ad altre forme di
narrativa come la letteratura o il fumetto (altra grande mia passione per altro). Infatti credo che la possibilità data dai film di poter vedere le storie prendere vita davanti a noi sia unica e mi stupisce sempre come in due ore (in media) ci vengano proiettate negli occhi e nelle orecchie vicende che riescono a meravigliare, commuovere, terrorizzare, indignare, rallegrare, gioire e moltissime altre
sensazioni sempre nuove, almeno per me. E quindi il cinema è un’emozione continua, diversa per ogni pellicola che si ha l’occasione di vedere. Difatti mi piace pensare la “settima arte” come un aiuto di cui possiamo godere per scoprire dentro di noi sentimenti e emozioni che magari non sapevamo nemmeno di poter provare e quindi un ausilio per conoscere ancora di più noi stessi o
perlomeno ciò che ci abita. Per questo motivo termino con la definizione di cinema più bella che ho trovato (anche se sono di parte perché è del mio regista preferito, Stanley Kubrick): “un film è, o dovrebbe essere, più simile alla musica che non alla fiction. Dovrebbe essere una progressione di stati d’animo e sentimenti. Il tema, ciò che è dietro all’emozione, il significato: tutto viene dopo”.
Sebastiano Spagnolli