Dallo scorso ottobre, il Vescovo Renato Marangoni mi ha chiesto di poterlo accompagnare per le cresime e alcune altre celebrazioni nelle parrocchie della diocesi di Belluno-Feltre, quindi, essendo passati solo pochi mesi, sto ancora esplorando questa dinamica tutta nuova che mi porterà a visitare molti luoghi della mia diocesi, anche quelli a me sconosciuti, magari con un contesto differente
rispetto a quello in cui vivo. Personalmente non mi aspettavo di ricevere un simile incarico, perché è insolito che un seminarista del primo anno abbia già impegni esterni alla propria parrocchia di origine, a parte la Cattedrale nelle solennità. Sono certo che da un lato ciò mi permetterà di conoscere altre realtà e volti nuovi, e dall’altro diventerà occasione, che non avrebbe altro modo per presentarsi, di ritrovare persone conosciute e poter scambiare qualche conviviale parola, oltre che celebrare con loro.
Sostanzialmente, il mio compito consiste nel condurre la vettura del vescovo e, una volta arrivati presso la parrocchia, sfruttare la mezz’ora di anticipo per gli ultimi preparativi liturgici, accordandomi con il parroco, il coro, il sagrestano e i ministranti, affinché la celebrazione riesca al meglio. Nel frattempo, il vescovo tiene un incontro con i cresimandi in un’aula a parte, per dialogare un po’ con loro, conoscerli e poter così amministrare il sacramento se non in confidenza, almeno in una condizione di non totale anonimato, permettendo così di far assumere alla S. Messa un tono più familiare.
Accompagnare il vescovo si rivela occasione anche per conoscere i preti della diocesi: penso infatti sia molto utile conoscere coloro con i quali, se Dio vorrà, dovrò un giorno collaborare, ed è evidente che “conoscere” non significa solo “saperne il nome” e in più mi rendo conto che “non so nemmeno tutti i nomi”.
Infine, accompagnare il vescovo significa anche pregare per lui, il che è un sostegno spirituale che tutti possiamo offrire per aiutarlo a vincere le difficoltà di alcune scelte che racchiudono il futuro della nostra Chiesa.
Andrea Nicolao