Un sogno che diventa dono: il Diaconato

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Tutti da piccoli abbiamo un sogno, tutti sogniamo cosa fare da grandi, ma sembra sempre una cosa irrealizzabile, una cosa che funziona solo quando si è bambini. Poi crescendo si impara a scegliere e a decidere e i sogni possono diventare realtà, anzi questa volta per me è stato un dono. I sacramenti sono tutti doni, anche l’ordine sacro e, in questo caso, il diaconato è il dono che ho ricevuto il 7 maggio nella mia parrocchia d’origine, Santa Giustina (Bl) – in vista dell’ordinazione presbiterale.
I sacramenti non si capiscono (solo) con la testa, ma si possono capire meglio quando toccano il cuore, quando toccano la vita e lì in chiesa quel pomeriggio c’era tutta la mia vita: la mia famiglia, i miei amici, i compagni di classe, le realtà parrocchiali che ho frequentato in questi anni. Pensavo servisse solo la mia forza, la mia fede e la mia presenza per fare questo passo, ma questo passo della mia vita non potevo farlo da solo: dire di Sì al Maestro chiede di fidarsi di lui, l’ordinazione è un dono, non una proprietà privata da comprare, è valida e vera quando più si lascia spazio alla sua azione, al suo intramontabile amore e alla sua sapienza.

L’ordinazione è una cosa da vivere non da capire, non comanda la testa in queste cose ma il cuore, è lì la sede delle decisioni che dice dove vogliamo andare, chi vogliamo essere. Nel concreto questo l’ho sentito durante la celebrazione in due momenti, molto vicini tra loro: durante le litanie dei santi e l’imposizione delle mani. Nella liturgia di ordinazione, durante il canto delle litanie, l’ordinando si prostra a terra, una posizione inusuale ma che aiuta a percepire cosa sta succedendo: non si è protagonisti di un film, ma uomini che si mettono a disposizione di Dio, da lì a terra si sente tutto il corpo che viene ricoperto dal canto e dall’aiuto dei santi, non si è soli. Poi, subito dopo, c’è stata l’imposizione delle mani – un gesto antichissimo che la Chiesa ha custodito fedelmente nei secoli: il vescovo ha messo le sue mani sulla mia testa e ha pregato il Padre. Tutto quello che si chiede nella preghiera prende forma in questo gesto, stare fermi sotto quelle mani mi ha fatto sentire custodito, amato e incoraggiato; non sono solo, il Signore mette le mani sulla mia testa per camminare con me, per far sentire la sua presenza nella mia vita.
Anche a Trento, nel mese di giugno, il Vescovo Lauro ha ordinato due diaconi permanenti, due adulti, anche loro per il servizio nella Chiesa. Per Ettore e Antonio, entrambi sposati e padri di famiglia, il ministero del diaconato permanente andrà dunque a rafforzare una già solida chiamata evangelica all’apertura alla vita e in particolare nei confronti di chi fa più fatica.

Andrea Canal