In un mondo “a corto di sogni”, che provoca la “mancanza di speranza che affligge questo momento storico”, c’è la “notizia della presenza in mezzo a noi di un giovane carico di sogni: Matteo”. Nella solennità dell’Immacolata, la “notizia” risuona nelle parole dell’arcivescovo Lauro durante l’ordinazione diaconale nella basilica di S. Maria Maggiore a Trento. Davanti a lui, comprensibilmente emozionato, Matteo Moranduzzo, 25 anni, di Castello Tesino, seminarista all’ultimo anno di teologia, futuro prete nel giugno 2022.
Nella festa in cui si rinnova l’annuncio dell’angelo a Maria, scelta come madre del Figlio di Dio, ulteriori particolari si aggiungono alla “notizia”: “A Nazareth – spiega don Lauro – Maria si vede recapitare a casa il sogno di Dio: diventare terreno libero, vergine dove ospitare la vita. La stessa possibilità viene oggi offerta a Matteo e a tutta la nostra Chiesa. Noi, come Maria, possiamo generare Cristo, frequentare la sua vita, avere il suo pensiero, i suoi sentimenti, i suoi gesti carichi di compassione e tenerezza“.
A Maria giunge come prima parola l’invito alla gioia: “Rallegrati”. “L’angelo – argomenta l’Arcivescovo – le sussurra: vedrai, credere è una festa. E tutto questo è rivolto a te, caro Matteo, e a tutta la nostra Chiesa. Quanto abbiamo bisogno di ritrovare l’attitudine a gioire, ad esultare, a lasciarci guardare e trasformare dallo sguardo pieno di tenerezza di Dio”.
Foto: Gianni Zotta