In un’intensa mattinata di confronto, conclusasi con una proposta condivisa e una preghiera comune, le delegazioni delle diocesi di Trento, Verona e Brescia – per la quinta volta insieme sulle rive del Garda – si sono incontrate a Limone alla presenza anche della diocesi di Mantova, che pure condivide le problematiche ambientali del lago e del Mincio, suo emissario, come ha spiegato il nuovo vescovo mons. Marco Busca.
E’ stato il vescovo di Brescia Luciano Monari, condividendo le intenzioni del vescovo di Verona Giuseppe Zenti e dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, a rilanciare un’azione comune in un “sussulto di coscienza” per la “casa comune” del bacino lacustre rivolgendosi agli amministratori delle comunità locali e agli operatori pastorali: per il Trentino erano presenti l’assessore provinciale Tiziano Mellarini, il parroco di Riva don Dario Silvello, di Arco, don Walter Sommavilla, di Bolognano, don Franco Torresani, con il delegato vescovile per la Pastorale Ambiente Turismo don Rodolfo Pizzolli e altri delegati della Commissione diocesana.
Si è partiti dal contributo teologico ma anche scientifico dell’enciclica di papa Francesco “Laudato Si’” per documentare l’esigenza di una visione condivisa fra i territori dell’intero bacino imbrifero (oltre 450 mila abitanti) che si ispiri al principio dell’ecologia integrale e del bene comune, da applicare anche nelle scelte urbanistiche ed edificatorie e nelle strategie di un turismo ecosostenibile.
Nella sua apprezzata relazione il rettore dell’Università Cattolica di Brescia Maurizio Tira ha concretizzato gli elementi di criticità (il consumo di suolo e di risorse, la frammentazione amministrativa, l’esistenza di vincoli troppo blandi, l’elevata presenza di attrezzature incompatibili…) lanciando la proposta di un percorso fra le due Regioni e la Provincia autonoma di Trento per vedere il Garda riconosciuto tra qualche anno come sito Unesco, prototipo di ambiente tutelato e valorizzato con uno sviluppo sostenibile. I vari interventi del dibattito hanno espresso consenso per quest’obiettivo, a partire dall’impegno dei singoli e anche delle comunità ecclesiali, che sarà ripreso in prossimi appuntamenti inter-diocesani.
Nella preghiera ecumenica, condivisa sul sagrato della chiesa di san Benedetto da alcuni esponenti di altre confessioni, la riflessione è stata suggerita dall’Arcivescovo Lauro Tisi che ha evidenziato i passi avanti compiuti dalla Chiesa nella sensibilità ecologica “anche con il contributo del mondo laico” in questi 40 anni e nella comprensione del ruolo della persona umana: “Non parliamo di uomo e di creato – ha detto – ma diciamo che l’uomo è il creato, parte integrante, perché così valorizziamo l’ambiente e la qualità della nostra vita futura”. (d.a.)
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