Pagina dei ragazzi – n. 508 Novembre 2023 – Si è ciò che si comunica

Introduzione

Con ottobre 2023 i contenuti de “La pagina dei ragazzi” di Comunione e Missione vengono realizzati in forma digitale e saranno fruibili solo attraverso il sito. Tutti i materiali saranno scaricabili e stampabili, speriamo in questo modo di rendere questo strumento più agevole per chi intende proporlo ai gruppi.

Anno pastorale 2023-2024

Per quest’anno si è scelto di proporre un percorso ispirato dal Manifesto della comunicazione non ostile e dal Manifesto per l’infanzia realizzati dall’Associazione Parole O_Stili. Guarda il video che spiega il decalogo ai bambini. Ogni mese ci focalizzeremo su un punto del Manifesto.


Ecco il materiale che accompagna il

numero 508 – novembre 2023


Si è ciò che si comunica

Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.

In rete bisogna essere gentili. Dietro le foto ci sono persone come noi. Se dici cose cattive saranno tristi o penseranno che sei cattivo.


Per i più grandi

Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.

Le parole sono come un vestito

[scarica il testo in PDF]

Buon giorno, come va? Dormito bene? Ottimo, ora è il momento di alzarsi e prepararsi per uscire. Cosa ti metti? Perché insomma, dai, nessuno di noi se ne esce di casa completamente nudo. Ha-ha lo vedo che ridacchi sotto i baffi a immaginarti tutti i compagni che arrivano a scuola nudi…

…che imbarazzo!

Vabbè ma che c’entra con “Si è ciò che si comunica”?

Ok, ti dico quel che penso io, poi magari a te viene in mente anche qualche altra idea. Secondo me le parole sono un po’ come i vestiti.

Prima di uscire ci prepariamo e scegliamo i vestiti da indossare ed è ovvio che se oggi vai a fare volontariato in un canile non indosserai gli stessi abiti che ti servono per una cerimonia importante. Ovvio, no? Ovvio.

Ed è anche ovvio che a questa cerimonia importante non ti vestirai come tua nonna. Dai facciamoci un’altra risata, immaginatevi con i vostri amici tutti vestiti come i vostri nonni. Ok qualche accessorio potrebbe essere carino ma insomma alcuni outfit sono proprio cringe! Eh sì, perché i vestiti che indossiamo sono espressione di noi, rappresentano una parte di noi, non servono solo a proteggersi dal freddo o a rispettare le regole sociali. Per esempio, in chiesa non si entra a spalle scoperte, ok, ma coprire le spalle indossando una t-shirt, una camicia, una felpa, una giacca o una stola è scelta tua e ti rappresenta.

Per le parole è la stessa cosa: sicuramente non utilizzi vocaboli desueti e vetusti (se non sai che vuol dire prendi un dizionario o chiedi al tuo assistente vocale), userai parole che ti rappresentano, che sono parte della tua vita.

Poi è chiaro, nessuno di noi parla in un solo modo perché contesti diversi richiedono parole diverse: prova a dire la stessa cosa utilizzando le stesse identiche parole al cuginetto di quattro anni, al professore, alla zia o agli amici… non funziona!

Mutatis mutandis ci sei sempre tu dentro alle parole che usi. E per la cronaca mutatis mutandis non significa “cambiarsi le mutande” ma, in questo caso, vuol dire che se usi parole diverse in contesti diversi la sostanza non cambia: sono espressione di quel che sei.

Vabbè, è vero che ci si può vestire e parlare in un certo modo anche per adeguarsi al gruppo e per non dover essere il tipo diverso o la ragazza strana. Non c’è nulla di male in questo purché tu non ti nasconda completamente dietro una maschera. Purché tu riesca a mostrare anche solo una piccola parte di te. In certi contesti non è facile o non si ha voglia di esprimere tutto ciò che si è, però possiamo trovare il modo di esprimere comunque una parte di noi.

Ah, così, per essere sicuri di esserci capiti… Anche i messaggini sono fatti di parole, anche il mondo on line è pieno di parole… Indovina un po’! Tutto questo ragionamento vale sia per le parole dette a voce che per le parole che viaggiano on line.

PS: Vi svelo un segreto: gli emoticon funzionano esattamente come le parole.

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Se sei un adulto che ha a che fare con gruppi di adolescenti potresti trovare utile questa dinamica.

Contenuto social? Ma che ci vuole?

[scarica la scheda per l’attività in PDF]

Obiettivo

Rendere consapevoli che i contenuti on line sono collegati a persone reali: chi li realizza; chi viene rappresentato; chi li visualizza. Quindi evitare il distacco e la spersonalizzazione.

Come procedere
  • Disporre su un tavolo, o a terra in centro alla sala, diverse immagini tratte da vecchie riviste.
  • Lanciare la situazione (vedi più sotto possibili idee).
  • Lasciare qualche minuto ai ragazzi per scegliere una o due immagini.
  • Far spiegare a ciascuno la propria scelta.
  • Breve riepilogo di ciò che è stato maggiormente scelto e di ciò che non è stato considerato.
  • Immaginare di mettersi all’opera per realizzare il contenuto: fare una veloce progettazione verbale di cosa si vuole realizzare di preciso e di come procedere per ottenere il risultato desiderato.
  • Rimettere in gioco le immagini e lanciare una seconda situazione.
  • Ripetere per quante situazioni si desidera.
  • Mettere via tutto e passare alla rielaborazione.
Possibili situazioni da proporre
  • Voglio realizzare un video divertente con protagonista un cane: cosa mi serve? [un cane, una telecamera, una situazione divertente, un programma per elaborare i video, connessione internet, energia elettrica, computer/tablet/cellulare…]
  • Voglio pubblicare una photogallery di paesaggi [foto di paesaggi, se le foto le faccio io macchina fotografica; se uso foto altrui i credits; connessione internet, energia elettrica, computer/tablet/cellulare…]
  • Partita a un videogioco
  • Videolezione
  • Selfie
  • ASMR

NB: L’immagine scelta ha valore per il significato che gli dà chi la sceglie, quindi per esempio per il concetto “energia elettrica” potrei usare una batteria, una centrale nucleare, un fulmine o una persona che corre (perché è piena di energia)… Quel che conta è il concetto, l’immagine scelta serve a dare movimento all’attività e ad attivare l’immaginazione.

Spunti che si possono far uscire in rielaborazione
  • Ci sono cose a cui nessuno ha pensato? E cose invece che paiono evidenti a tutti? Perché?
  • Riflettere sul tempo impiegato per la realizzazione di un contenuto anche apparentemente molto breve per dare valore a ciò che vediamo.
  • Le persone sono tenute in considerazione, rispettate e non ridicolizzate?
    • Chiedere il permesso di utilizzo e segnalare i credits degli autori di materiale che utilizziamo ma che non abbiamo realizzato noi è una forma di rispetto nei confronti del lavoro altrui.
    • Le persone che fotografiamo e filmiamo ci hanno dato il loro consenso?
    • Le persone vengono rappresentate in modo denigratorio, ridicolo, irrispettoso? La dignità della persona viene rispettata?
  • Il messaggio può essere offensivo per qualcuno?
  • L’analisi di un contenuto social mostra che tipo di persona lo ha realizzato. Cosa voglio mostrare di me quando produco dei contenuti?

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Per i più piccoli

In rete bisogna essere gentili. Dietro le foto ci sono persone come noi. Se dici cose cattive saranno tristi o penseranno che sei cattivo.

 

Per trattare il tema delle parole, soprattutto con i più piccoli, suggeriamo il libro La grande fabbrica delle parole di Agnès de Lestrade, illustrazioni di Valeria Docampo, editore Terre di Mezzo.

 

 

Come ha fatto ad arrivare in rete?

[scarica l’attività con soluzioni in PDF]

Cosa serve per mettere on line…

…il video divertente di un cagnolino?
…la partita di un gamer?
…una videolezione?
…delle belle foto?

Cerchia di colori diversi quel che serve.

 

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