Introduzione
Con ottobre 2023 i contenuti de “La pagina dei ragazzi” di Comunione e Missione vengono realizzati in forma digitale e saranno fruibili solo attraverso il sito. Tutti i materiali saranno scaricabili e stampabili, speriamo in questo modo di rendere questo strumento più agevole per chi intende proporlo ai gruppi.
Anno pastorale 2023-2024
Per quest’anno si è scelto di proporre un percorso ispirato dal Manifesto della comunicazione non ostile e dal Manifesto per l’infanzia realizzati dall’Associazione Parole O_Stili.
Guarda il video che spiega il decalogo ai bambini.
Ogni mese ci focalizzeremo su un punto del Manifesto.
Ecco il materiale che accompagna il
numero 512 – marzo 2024
6°
Le parole hanno conseguenze
So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
Le parole cattive graffiano e fanno male. Se tu fai male a qualcuno con le parole, poi non è più tuo amico. Tante parole belle, tanti amici!
Per i più grandi
So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
Sul filo del rasoio
A volte capita. Si parla, scappa una parola offensiva e si parte al contrattacco. E da lì non si capisce più nulla. Non è più importante l’argomento iniziale siamo finiti in una guerra di parole lanciate come coltelli con lo scopo di ferire. Vi è mai capitato? Di finire in una discussione così o di osservarne una? Alla fine se ne esce feriti, tristi, arrabbiati. E rimediare diventa complicato. Complicato ma non impossibile. Ci vogliono altre parole, parole che perdonano, che comprendono, che avvicinano, che curano.
Prevenire è meglio che curare. Sì, lo so, è un detto trito e ritrito ma ha del vero. Porre attenzione alle parole che usiamo, all’intenzione che ci mettiamo dentro, all’effetto che potrebbero avere sugli altri non è uno sforzo inutile. Richiede molto impegno, soprattutto se ci troviamo in un contesto in cui le emozioni prendono il sopravvento, per esempio quando si toccano argomenti che per noi sono delicati.
Ormai l’abbiamo capito: le parole sono potenti e vanno maneggiate con consapevolezza.
È importante stare attenti a non parlare contro ma verso. Mai contro una persona con lo scopo di vincere come pistoleri nel far west. Bisogna parlare verso gli altri con lo scopo di avvicinarsi e di capirsi.
Se sei un adulto che ha a che fare con gruppi di adolescenti potresti trovare utile questa dinamica.
Armatevi e parlate
[scarica la scheda per l’attività pdf]
Obiettivo
Riflettere sugli effetti delle parole sia in negativo che in positivo.
Materiale necessario
- Guanti usa e getta
- Carta velina o foglio sottile facile da strappare
- Scotch di carta alto
- Pennarelli che possano scrivere sui guanti, sulle veline e sullo scotch
Procedimento
- Dividere i ragazzi in coppie o gruppetti e dare la consegna: “Scrivete sul guanto una parola che ferisce e sulla velina ciò che nell’altra persona viene ferito”.
- Esempio: sul guanto scrivere “sei stupido” sulla velina “autostima”.
- Lasciare che scrivano uno o più abbinamenti, l’importante è che ciascun abbinamento abbia la propria velina e il proprio guanto.
- Possono essere abbinamenti molto concreti o più teorici.
- Presentare gli abbinamenti a tutti.
- Far mettere tutti i ragazzi in cerchio.
- A turno ciascuna coppia si posiziona al centro.
- Un ragazzo indossa il guanto, l’altro tiene la velina tesa.
- Chi tiene la velina dice a voce alta cosa c’è scritto (per esempio: autostima).
- L’altro dice a voce alta cosa c’è scritto sul guanto (per esempio: sei stupido) e con il pugno guantato spacca la velina. Non è necessario che la velina si spezzi in due ma è necessario che ci sia uno strappo.
- Aggiustare le veline con i “cerotti”.
- Tutti assieme pensare a parole o frasi che possano curare le ferite inferte (per esempio: ti stimo), scriverle sullo scotch e con quello aggiustare la velina. Un
solo “cerotto” potrebbe non essere sufficiente.
- Tutti assieme pensare a parole o frasi che possano curare le ferite inferte (per esempio: ti stimo), scriverle sullo scotch e con quello aggiustare la velina. Un
Rilettura
Fase 1: il gioco
- Condividere l’impatto emotivo di veder spaccare le veline e di aggiustarle.
- Qualcuno potrebbe restarne impressionato; altri potrebbero rimanere sull’aspetto più ludico/goliardico. L’importante è non sminuire nessuno: le emozioni di tutti hanno pari valore.
- Ragionare sugli abbinamenti.
- Quali erano più realistici?
- Quelli i meno efficaci? Come si possono migliorare?
- Ne emergono altri? Possono suggerirli i ragazzi o i conduttori della dinamica.
Volendo si possono realizzare e mettere in scena le nuove idee.
- Ragionare sui “cerotti”.
- È stato facile o difficile trovare le parole giuste?
- Quanti cerotti servono per aggiustare una velina?
- Quanto tempo si è impiegato per realizzarli? Fare un confronto con la velocità con cui la velina si è spaccata.
- C’è differenza di tenuta fra i “cerotti” applicati velocemente e quelli applicati con maggior cura?
Fase 2: cosa ci dice della realtà
- Ci sono esperienze personali di queste situazioni? Può essere difficile esporsi e parlare di sé su questi aspetti ma si può stimolare a parlare di situazioni di cui si è stati testimoni.
Se qualcuno ha il coraggio di esporsi va tutelato dai potenziali commenti dei compagni. - Immaginandosi nella realtà.
- Come posso frenarmi prima di ferire un altro?
- Come posso offrire aiuto a chi è ferito?
- Riflettere sul tempo necessario per ferire: a volte basta un colpo a volte è la ripetizione.
- Riflettere sul tempo necessario per la cura.
- Il tempo che impiega una persona a guarire da queste ferite è più lungo di quello necessario a produrre la ferita.
- Il tempo che dedica una persona a sostenere la cura difficilmente ottiene risultati immediati.
- Le ferite, anche se aggiustate, lasciano una cicatrice.
- Chi è già stato ferito risulta più fragile a quel tipo di attacco finché la ferita non è ben rimarginata.
Per i più piccoli
Le parole cattive graffiano e fanno male. Se tu fai male a qualcuno con le parole, poi non è più tuo amico. Tante parole belle, tanti amici!
Per trattare il tema delle parole, soprattutto con i più piccoli, suggeriamo il libro La grande fabbrica delle parole di Agnès de Lestrade, illustrazioni di Valeria Docampo, editore Terre di Mezzo.
Le parole hanno conseguenze
Quando ti sbucci un ginocchio, o ti fai un graffio su un braccio cosa fai? Vai da un adulto che ti cura e ti mette un cerotto. Sai che anche le parole cattive graffiano e fanno male? Allora cosa possiamo fare? Dobbiamo trovare delle “parole cerotto”, come per esempio ti voglio bene, scusa, ecc. che aiutino a guarire.
Scrivi sui cerotti qui sotto le parole che secondo te possono curare i graffi e le ferite e regalali a chi pensi ne abbia bisogno.