Karamoja terra arida ricca di spine. Terra come tante altre terre del mondo dove la gente semi-nomade vive facendo i conti con stagioni delle piogge troppo corte e piogge spesso rade e irregolari per assicurare sufficiente cibo per tutta la famiglia e per tutto l’anno. Questa gente spera sempre perché il futuro non è costruito su nessuna garanzia, nessuna assicurazione, nessuna certezza. Spera che la stagione sia propizia, che le nuvole lascino cadere la pioggia; sperano che le malattie non dimezzino il raccolto; sperano che il raccolto sia sufficiente per arrivare al prossimo raccolto; sperano che la scarsità di cibo a fine stagione non sia tale da portarsi via i più deboli tra le persone e gli animali. Sperano, sperano… sperano sempre che il Dio che li ha creati li aiuti nel loro pellegrinaggio terreno. Lavorano, faticano più che possono e lottano per sopravvivere. Chi lotta per sopravvivere è mosso dalla speranza e finche’ c’è speranza si può attendere (Paulo Freire).
Ma anche chi non vive nelle terre semi aride si nutre di speranza. Vive di quella speranza che nasce dalla fame di un desiderio inappagato di vita piena. Vita che cerca un senso e una fioritura che tutto l’arrabattarsi umano non riesce a portare a compimento. Mentre si vive, si cerca, si lotta per realizzare quel desiderio di vita piena seminascosto nel profondo del cuore. Mentre costruiamo case, non ci sentiamo ancora pienamente a casa con noi stessi. Siamo tutti in un cammino faticoso di ricerca per raggiungere la vita. Siamo tutti dei pellegrini in cerca della stessa meta. Meta che non potremmo mai raggiungere senza tutti gli altri pellegrini che cammino davanti, a fianco e dietro di noi. Tutti, in fondo, siamo mossi dalla speranza e cerchiamo la stessa Luce. Quella Luce che splende nell’oscurità e che niente può oscurare (Gv 1,4). È la Luce del Natale, la stessa Luce della Risurrezione che ci rimette sulla via che porta alla pienezza della vita.
Auguri di Buon Natale!
Buon pellegrinaggio di speranza nella Luce del Bambino Gesù, nostra sola speranza!
p. Giuseppe Filippi