Marco Revolti – Brasile

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.Pastorale Missionaria

Carissimi amici,

ho cercato di mettere su un foglio quello che ritengo sia per me la speranza.

 

La speranza ha due figli bellissimi: l’indignazione e il coraggio. Non so dove lo ho letto ma ci ho sempre creduto.

L’indignazione ci insegna a non accettare le cose, i fatti come stanno, come ci vengono trasmessi e continuare a dire la frase fastidiosa “è sempre stato così”. Il coraggio ci stimola al cambiamento.

Mi ricordo di una canzone che diceva “Perché aspettare Domani…”. Il domani viene sempre dopo ieri e dopo oggi.

Ieri il Brasile era povero e sottosviluppato.

Oggi il Brasile è diverso.

Domani il Brasile sarà cambiato ancora e chi lo stravolgerà di nuovo insieme al mondo sarà la speranza.

Chi è e che cos’è la speranza? Sono i nostri sogni, è il nostro impegno, è il nostro credere che è possibile cambiare, trasformare, migliorare…

Speranza è vedere che quello che sogniamo può succedere.

Speranza è credere che è possibile, anche davanti a ostacoli che sembrano insormontabili.

Speranza è credere in un Dio-Mistero (imprevedibile) che butta all’aria i nostri progetti, che scalza e rivolta la nostra società, dove tutto è già programmato, tutto è già previsto e controllato e ci dicono che deve essere così e che solo così è possibile.

Speranza è qualcosa di concreto, non è solo utopia, ne abbiamo molti esempi: Einstein, Martin Luther King, Leonardo, Galileo, Maria Teresa di Calcutta, Ghandi, Mandela e tante persone sconosciute che nel silenzio alimentano la speranza.

La speranza è la regola della natura: un seme diventa pianta, albero, frutti e il ciclo continua.

Se non abbiamo speranza e tutto è già previsto, programmato, regolato, che senso ha vivere? Piangere, soffrire, lottare, gioire…

Speranza è perdono (atto difficilissimo), è dar perdono, chiedere perdono e perdonarsi, perché credo nella persona umana che è in me e negli altri; credo che sia possibile cambiare, cambiare noi, cambiare le regole, cambiare il mondo.

 

In quello che ho scritto ci credo cecamente e questo non vuol dire che tutto sia facile, che non ci siano alti e bassi che ti abbattono senza pietà, ma posso dire che questi 30 anni di Brasile mi hanno dato la possibilità di dare un senso alla mia vita.

Un forte abbraccio a tutti, grazie per il sostegno e vi auguro un Felice Natale di pace.

Marco Revolti