3 ottobre, Giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione. A Trento celebrazione al cimitero cittadino

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.Caritas Diocesana
.Pastorale delle Migrazioni

Si celebra oggi, 3 ottobre, la Giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione. Il 3 ottobre di dieci anni fa 368 migranti perdevano la vita al largo di Lampedusa: un’imbarcazione con 500 persone a bordo prese fuoco e si capovolse, inabissandosi con bambini, donne, uomini.

Dal 2016, il 3 ottobre la ricorrenza è stata istituita per ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà.

A Trento la Giornata cade nell’ambito dell’ottava Settimana dell’Accoglienza promossa dal CNCA Trentino Alto Adige. Le associazioni del territorio – tra queste anche Caritas Diocesana – danno vita a una serie di iniziative, in particolare all’interno del Cimitero cittadino, per commemorare le persone che perdono la vita durante il viaggio in cerca di un futuro migliore e per riflettere, denunciare e prendere posizione davanti a un dramma che continua a ripetersi, anche negli ultimi giorni.

14.00 – mostra fotografica per i ricordare i migranti che percorrono la Rotta Balcanica (via Madruzzo)

18.00 – saluto delle istituzioni e commemorazione presso la Stele in memoria delle vittime migranti con preghiera interreligiosa

18.00 –  spettacolo “Welcome” di e con Beppe Casales, con musiche di Isaac de Martin. Uno spettacolo sulle migrazioni umane, un movimento di uomini, donne e bambini che nel cercare pace trovano un muro, un confine chiuso. Una rappresentazione che restituisce profondità di sguardo e dignità alle storie.

A Lampedusa la commemorazione “A Europe of Rights #10 anni di indifferenza”

A Lampedusa le celebrazioni, dal titolo “A Europe of Rights #10 anni di indifferenza”,  sono promosse dal Comitato 3 ottobre. Alle 3.15 di stanotte, ora in cui avvenne il naufragio, un momento di riflessione al Memoriale “Nuova Speranza”. Quindi la marcia verso la Porta d’Europa per un momento di raccoglimento con i sopravvissuti ai naufragi, con la vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone, monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento, Kheit Abdelhafid, imam di Catania, presidente della Comunità islamica di Sicilia e vicepresidente dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia (UCOII), oltre a studenti e altre autorità. Le commemorazioni delle vittime del naufragio si sono concluse con il lancio della corona di fiori in mare alla presenza delle istituzioni.

“Sono passati dieci anni da allora e purtroppo nulla è cambiato – dichiara Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre – la situazione nel nostro mare continua ad essere drammatica. Da allora almeno 28 mila bambini, donne e uomini sono annegati nell’indifferenza totale degli Stati europei. Dieci anni di morti, dieci anni di tragedie. Dieci anni di ‘mai più’, ripetuti più e più volte dopo ogni disastro in mare, fino a perdere quasi di significato. Parole vuote a cui non hanno fatto seguito azioni politiche concrete”. “Emigrare non significa morire in un viaggio incerto e crudele – aggiunge Brhane – non è attraversare un deserto affidandosi a persone che ricattano, stuprano, rubano, uccidono… Se, però, riuscissimo e regolamentassimo il flusso migratorio per quello che è un fatto insito nell’essere umano, tutte queste stragi non esisterebbero”.