«Ma ci interessa ancora davvero chi muore nelle guerre? Chi chiede la pace non è filo Putin o per Hamas» Una riflessione di don Renato Sacco

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.Giustizia e pace

Pubblichiamo alcuni estratti di un articolo di don Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi, pubblicato sul sito di Famiglia Cristiana in data 28/09/2024.

Qui si può leggere l’articolo completo.


C’è un piano diabolico che cerca di convincerci che la guerra è l’unica strada, e che i morti sì effettivamente ci sono, ma non sono così importanti, sono “effetti collaterali”. Ma questa situazione di oggi interpella davvero il mondo politico? La pastorale? La vita delle nostre comunità? O prevale ancora indifferenza, abitudine o rassegnazione?

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Il ministro della Difesa Crosetto ha chiesto altri 7 miliardi di euro per acquistare nuovi F-35, per passare dai 90 previsti a 115. Tutto questo e molto altro può essere considerato normale? Una situazione che sembra non avere una fine né un fine. «Chi non grida con gli ebrei non può cantare il gregoriano», scriveva il teologo Bonoheffer nel 1938.

Oggi quante persone sono nelle condizioni degli ebrei di allora? Assistiamo a genocidi, massacri, bombardamenti e violenze di ogni genere anche sui migranti. È vero che con il ddl 1660, il disegno di legge sulla sicurezza, sarà sempre difficile esprimere dissenso con la stretta liberticida che porta. Ma non possiamo guardare dall’altra parte!

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C’è il rischio reale di guardare il mondo da tifosi. E ciò che è giusto o sbagliato dipende dal colore della maglia. Ma qui la maglia che dovrebbe contare è l’umanità. E la pace, o la guerra, non può essere solo un argomento trattato in modo asettico dai personaggi in giacca e cravatta che nei vari Telegiornali, col sorriso sulle labbra, cercano di convincerci che in fondo la guerra è una grande opportunità, muove risorse, genera guadagni. 

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Quanti morti sono necessari per arrivare a dire: basta! Per arrivare a un cessate il fuoco?