Una Terra da salvare, tra mitezza e microetica, bellezza e biofilia. A Canazei ricco confronto tra vescovo Lauro Tisi e la filosofa ambientale Viola Ducati

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.Cura del Creato

L’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e la ventottenne Viola Ducati, filosofa di formazione ed emergente divulgatrice ambientale, sono stati protagonisti nella serata di mercoledì 24 luglio a Canazei al Cinema Marmolada di un ricco confronto sui temi della sostenibilità e dell’ecologia integrale, a partire dalle provocazioni dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco e con sullo sfondo l’inno al creato di San Francesco che arriva a chiamare la terra “sorella” e “madre”.

L’incontro, moderato dal professor Cesare Bernard, era inserito nella rassegna fassana “Ispirazioni d’estate” promossa da parrocchie e Apt.

Siamo solo frammento di una Terra che si commuove

“La natura torni ad essere mia compagna di viaggio perché io stesso sono natura” è l’auspicio iniziale di monsignor Tisi, che evoca la “tragica deriva antropologica di pensarsi qualcos’altro dalla natura o suoi dominatori” ed evoca come “benedizione” il fatto di “percepirsi non come il tutto, ma semplicemente un frammento“.

Viola Ducati, origini arcensi, dipinge l’immagine di una “Terra mutevole e fragile che non solo si muove ma si commuove” e per questo chiama in causa una “grandissima responsabilità” nell’approccio al creato: in ballo c’è la “vita – ammonisce – che vogliamo avere sul pianeta”. “Credo – auspica la filosofa – che una certa fase storica, dove abbiamo veramente premuto solamente il piede sulla sull’acceleratore, ora debba per forza concludersi”.

Tra mitezza e microetica

Bernard invita l’Arcivescovo a declinare il tema alla luce della mitezza evocata nella Lettera alla comunità “La scommessa” e Tisi la descrive “non come una virtù, ma come un modo di stare al mondo: starci in modo non violento ma mite significa dire all’altro: voglio che tu sia”.  Dal canto suo, Ducati invita a porre in atto comportamenti riconducibili  ad una “microetica” che precisa come “etica del quotidiano, riconoscendosi segnati dalla “finitezza” e “parte di un contesto”, capaci di operare, nell’ottica di quella ecologia integrale auspicata da papa Francesco, anche in prospettiva di una rinnovata “giustizia sociale”.

Tra bellezza e biofilia

Don Lauro invita a rivedere il concetto di “bellezza“: “Abbiamo identificato il bello con un elemento performante. Non con la sobrietà. Dobbiamo appropriarci del fatto che accumulare non è bello, il lusso e l’esagerazione non hanno bellezza. Dobbiamo esaltare il bello, come mostra l’arte incompiuta, anche come trionfo dell’imperfetto”.

Viola Ducati rilancia parlando della percezione del “limite come liberazione” e ricorda l’intuizione del biologo Edward Wilson che ha coniato il concetto di “biofilia“:  “ovvero – precisa – il fatto che noi come specie umana abbiamo interesse e passione per ciò che è vivo intorno a noi”. “Percepire davvero le cose più semplici che ci fanno stare bene può essere una chiave per vivere anche un cambiamento in una direzione più sostenibile”.

Turismo? A cinque sensi, da ripensare

La riflessione, anche considerata la location, si sposta sul rapporto ambiente-turismo: Viola invita a giudicare un contesto avvalendosi non solo degli occhi e delle immagini da cartolina ma di “tutti i sensi” per giungere inevitabilmente a denunciare il peso del turismo di massa. Concetto sul quale don Lauro ribadisce una sua chiara posizione, già evidenziata in passato: “Il nostro sistema turistico deve ripensarsi! Su questo, guardando anche alla politica, dobbiamo tornare a disturbare il manovratore!”

Ampia sintesi del dibattito nel prossimo numero di Vita Trentina.