‘Voi siete il canto nuovo della nostra Chiesa, perché il canto della Chiesa è l’ uomo che vive con gli ultimi, con i poveri’. Così l’ arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, si rivolge ai missionari trentini nel mondo in un videomessaggio diffuso nell’ imminenza delle celebrazioni per il patrono San Vigilio. ‘In cattedrale canteremo questa bellissima acclamazione: ‘Ci hai posto sulle labbra un canto nuovo”, spiega l’ arcivescovo, aggiungendo che ‘nel canto nuovo vedo ognuno di voi, cari missionari e missionarie’. ‘Voi – prosegue mons. Tisi – siete la freschezza, la gioventù della Chiesa, anche se sulle vostre spalle magari ci sono diversi anni di missione, ma finché c’ è il servizio, il dono di sé, non si diventa mai vecchi: si rimane eternamente giovani, di quella gioventù che viene dallo spirito, per cui nulla fa paura, nulla travolge, perché mente servi il povero senti che cammina con te quel Dio che si è fatto povero, perché noi potessimo diventare protagonisti e ricchi dentro la vita’. ‘Cari missionari, buon san Vigilio e buona estate’, l’ augurio dell’ arcivescovo: ‘Nell’ attesa, appena sarà possibile, di poterci rivedere, vi auguro di continuare ad essere il canto nuovo della nostra Chiesa in uscita, vi auguro di continuare ad essere presso le Chiese e i popoli in cui siete immersi la buona notizia che a Trento c’ è una Chiesa che ha trovato in Gesù di Nazareth la sua forza, che ha voglia di ripartire, non dalle chiacchiere, ma come avete fatto voi, dall’ uscire incontro ai poveri, riconoscendo in loro il volto di Cristo’.
Nel video messaggio diffuso attraverso il canale Youtube del Servizio Comunicazione della diocesi di Trento, anche le parole di don Cristiano Bettega, delegato dell’ Area testimonianza e impegno sociale della diocesi: ‘Mi piace pensare alla figura di san Vigilio non soltanto come un evangelizzatore, un vescovo missionario, ma come colui che traduce nella sua missione e nella sua esistenza il ‘canto nuovo’, e che anche per noi, a distanza di secoli, continua ad essere esempio, immagine e spinta a fare in modo che la nostra vita diventi, per quanto ci è possibile, un canto nuovo’. Rivolgendosi ai missionari, don Bettega conclude: ‘Grazie per questa testimonianza che ci regalate, per quello che siete e per dove siete’.