Nel tempo in cui la Chiesa ricorda lo Spirito Santo nella domenica di Pentecoste, si riporta parte della riflessione del biblista don Piero Rattin, particolarmente dedicata al mondo della Terza età e pubblicata integralmente sulla rivista “Vivere Insieme” (n. 2/2021).
Il vento. “Soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito Santo”. Lo si dice nel Vangelo. Pertanto tu anziano, come puoi pensare che belle novità nella tua esperienza non ce ne saranno più?
Elisabetta e Zaccaria, genitori di Giovanni Battista: in loro la vecchiaia si aggiungeva alla sterilità; chi avrebbe mai immaginato che proprio a loro sarebbe accaduto l’impossibile? Zaccaria deve aver pensato: “Sta’ a vedere che proprio adesso che siamo vecchi, capita qualcosa di insperato, di totalmente nuovo! Macchè… bando alle illusioni!”. E si ritrovò muto: mesi di mutismo che lo costrinsero a condividere la logica di Dio al posto della sua.
Simeone e Anna, anziani anch’essi: mossi dallo Spirito Santo si recano al tempio il giorno che Maria e Giuseppe vi portano il bambino Gesù: lo attendevano da una vita, lo riconoscono per quello che è, e siccome non v’è nulla di più eccezionale cui possano assistere da vicino e toccare con mano, possono congedarsi dal mondo soddisfatti.
Dio l’aveva lasciato intendere senza possibilità di equivoci: “Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie diverranno profeti, i vostri anziani faranno sogni e i vostri giovani avranno visioni.” (Gioele 3,1). Che gli anziani facciano sogni, eh, se non è perché gli son rimasti sullo stomaco i crauti che hanno mangiato a cena… dev’essere necessariamente per la potenza dello Spirito Santo! Non può che essere lui a far sognare gli anziani.
Cosa vuol dire “sognare” per un anziano? Rispondere a questa domanda è già dire chi è effettivamente per loro lo Spirito Santo.
Paraclito: il vangelo di Giovanni lo chiama così. È una parola greca desunta dal vocabolario dei tribunali: colui che è chiamato (vocato) per stare accanto all’imputato: “ad-vocato”, si è tradotto: avvocato, avvocato difensore. Quando si è defraudati, impoveriti, lesi nei propri diritti, si ha bisogno di qualcuno che stia accanto e prenda le nostre difese. Io non vorrei dipingere un quadro troppo negativo Certe esperienze da terza età… non equivalgono forse a un essere defraudati, impoveriti ? L’anziano dunque è colui che ha particolare bisogno del Paraclito.
E non è tutto qui il suo ruolo. Gesù gli ha riservato ben altre incombenze. “Paraclito”, nella lingua dei primi cristiani, è anche colui che incoraggia, sollecita, provoca addirittura… Sta sì accanto, ma come uno che sprona, che impedisce di ripiegare su sé stessi e di accovacciarsi sul ciglio della strada. Sempre secondo Gesù – è lui “che vi guiderà alla verità tutta intera… Vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che io vi ho detto” (Gv 14).
La verità tutta intera! Quante mezze verità condividiamo nel corso della vita: sui fatti, sulle persone, sulle situazioni, su noi stessi; quante verità soltanto parziali! Sì vediamo, capiamo, ma fino ad un certo punto, poi basta, anche perché non abbiamo tempo di approfondire… E di quante cose, eventi, persone, cogliamo il senso vero, i contorni precisi, il valore profondo e intramontabile, soltanto via via che si distanziano da noi: è così, anche sul piano della semplice esperienza umana. Perché tutto questo non dovrebbe essere potenziato e reso più vero, grazie all’azione dello Spirito Paraclito? Allora è proprio la terza età quella cui spetta di lasciarsi guidare alla verità tutta intera. Quella in cui non importa se tante cose si dimenticano, ma importa molto che se ne ricordino certe altre – essenziali – e si capiscano finalmente, e diventino convinzioni rasserenanti, sempre più profonde? “Il Paraclito sarà con voi per sempre, ha garantito Gesù. Vi guiderà alla verità tutta intera!” (Gv.14).
Quanti bei volti di anziani, belli non d’una bellezza estetica che non dura granché, ma di quella che vien fuori da dentro, da cuori che finalmente hanno intuito ciò che vale veramente e lo custodiscono con legittima gelosia!
Sì, le persone anziane e credenti, si trovano in una posizione più vantaggiosa per toccare con mano il protagonismo dello Spirito Santo. Coloro che anziani non sono, poco o tanto sono tentati di prevaricare con il loro personale dinamismo, con la loro creatività e le loro forze e di illudersi… di potersi sostituire addirittura allo Spirito Santo. L’anziano questo rischio non lo corre più: il Paraclito trova più spazio in lui. Ogni età gli sta bene, ci mancherebbe! Ma la Terza (e la Quarta) ha delle opportunità in più per permettergli di agire con libertà.
Quale altro augurio scambiarci pertanto a Pentecoste tra Anziani? Che questo spazio lo possa occupare davvero, da protagonista. E ci faccia sognare!