Dal mese di luglio 2020 è operativo in diocesi il fondo straordinario “InFondo speranza”, pensato per sostenere singoli e nuclei familiari in questa delicata fase di crisi dovuta alla pandemia che ha portato molte persone alla riduzione o addirittura alla perdita del lavoro.
In questi mesi si è attivato e favorito un clima di buona collaborazione con i diversi territori che ha favorito un’importante sinergia e proficuo lavoro. Tutto questo ha permesso una vicinanza e una risposta rapida ai bisogni che venivano presentati da parroci, operatori Caritas e altri soggetti.
Nel corso di questi mesi fino al 04.10.2020 sono state esaminate n° 98 domande di cui solamente 2 non sono state evase per non idoneità ai criteri.
Le zone che presentano il maggior numero di domande sono Trento, Riva- Arco e la Valsugana; rappresentano anche le zone dove ci vengono segnalate delle situazioni con maggiori difficoltà legate al Covid nonostante l’esistenza anche di fondi straordinari attivati da alcune comunità di valle (Alto Garda e Ledro) o alcuni comuni (Levico). La zona di Rovereto non ha presentato domande poichè è attivo il Fondo Straordinario per la città di Rovereto e la Comunità di Valle ha attivato altri fondi ad hoc.
Delle 98 domande, n° 4 sono riferite ad aiuti dati a parrocchie, Caritas o Enti ecclesiali. Le restanti sono state presentate da nuclei di cui:
- 22 domande da nuclei composti da persone singole
- 72 domande da nuclei famigliari per un numero complessivo di 269 persone
Quindi il “InFondo Speranza” ha dato risposta complessivamente a n° 291 persone (adulti e minori).
Le richieste presentate per un contributo da parte del fondo hanno riguardato principalmente la necessità di affrontare spese per l’affitto e le utenze domestiche. Ed in alcune occasioni per sostenere situazioni legate ai bisogni educativi dei minori (acquisto di libri, rette scolastiche e/o mensa).
Si può concludere questo breve report dicendo che si è notato che le persone che presentano la richiesta al Fondo possono rientrare nella fascia della cosiddetta “povertà grigia” cioè situazioni che nel periodo pre-covid riuscivano a sostenere una situazione economica al “limite” ma con la pandemia e ciò che ne è derivato, non riescono più a far fronte alla situazione (perdita o riduzione del lavoro, spese impreviste, malattie …).