Si è tenuto nei giorni scorsi a Roma il corso di formazione per direttori e collaboratori degli uffici Migrantes distribuiti nelle varie diocesi italiane. Un momento di confronto importante e corposo (4 giorni pieni), che ha permesso alla cinquantina di partecipanti di apprezzare spunti, interventi e testimonianze utili a quanti interagiscono ogni giorno con il mondo dei migranti (ma anche con quello dei Rom e Sinti, dei circensi e dei lunaparkisti). Numerosi i temi trattati (dalla figura del forestiero nella Sacra scrittura alla Storia dell’immigrazione in Italia) e tra questi particolarmente incisivi gli interventi del sociologo e giornalista Marco Omezzolo e dell’antropologa Maria Cristina Molfetta. Il primo ha descritto l’inquietante pratica del caporalato e della riduzione in semi schiavitù di migliaia di braccianti agricoli indiani nelle campagne laziali (ma episodi simili si consumano in diverse altre parti d’Italia, al Nord come al Sud). La seconda – in forza all’equipe della Fondazione Migrantes nazionale – ha efficacemente inquadrato l’assenza di una politica migratoria del nostro paese, fatta invece di continue toppe messe in emergenza, che contribuiscono ad una narrazione dell’immigrazione assolutamente parziale e fuorviante. In questo senso, è arrivata la proposta di una serie di strumenti – messi a punto a livello europeo – proprio per costruire un approccio nuovo e diverso a questi temi, accompagnando singoli e comunità ad entrare gradualmente in un fenomeno così complesso, rispettandone dubbi, paure, incomprensioni. (www.narrativechange.org/it)
Tra i partecipanti, coordinati dal direttore nazionale Migrantes don Gianni De Robertis, anche numerosi cappellani etnici (sacerdoti stranieri ai quali viene richiesto di passare un periodo in Italia nell’assistenza alle rispettive comunità etniche, da quelle dell’est Europa a quelle africane) e alcuni sacerdoti italiani in partenza per l’assistenza alle comunità italiane in Germania.
Info: migrantes.it o migrantesonline.it