Un San Vigilio solidale per la Chiesa trentina: la Diocesi, attraverso la Caritas, istituisce un Fondo straordinario per dare un contributo concreto a persone sole o famiglie che stanno pagando, spesso in modo pesante, le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria, in particolare con la riduzione o la perdita del lavoro.
InFondo Speranza – questo il nome dell’iniziativa – è rivolto a tutto il territorio diocesano, con particolare attenzione a disoccupati, lavoratori precari e lavoratori autonomi che a causa dell’ondata Coronavirus abbiano subito l’interruzione delle attività; singole situazioni di parrocchie o di altri enti ecclesiastici, operanti nel territorio diocesano, con gravi difficoltà a seguito della pandemia.
Le persone in stato di bisogno verranno segnalate dai parroci, dai gruppi Caritas locali o da altri organismi ecclesiali operanti nel territorio, che si faranno carico di presentare le domande per accedere al Fondo. Le domande di sostegno saranno raccolte dal Centro d’Ascolto Caritas di Trento e vagliate da una apposita Commissione, che si confronterà con cadenza anche quotidiana al fine di dare risposta nel minor tempo possibile. L’esito poi verrà restituito al parroco del territorio, o al gruppo Caritas locale, che si impegnerà ad accompagnare la situazione segnalata, specificando la gestione del contributo concesso e le eventuali indicazioni, in seguito per verificare il buon andamento dell’intervento anche attraverso successivi riscontri. Gli interventi, a fondo perduto, non potranno superare il massimo di € 2.500.
Per poter accedere al Fondo straordinario sarà necessario essere residenti nel territorio dell’Arcidiocesi, trovarsi in situazione di disoccupazione dal 1° marzo 2020 o aver visto drasticamente ridotte le proprie occasioni di lavoro; non avere in atto altri sostegni economici diocesani né altre forme di sussidi pubblici. Per informazioni è necessario dunque rivolgersi al parroco del proprio territorio di residenza.
L’aiuto straordinario ai missionari
La Diocesi di Vigilio guarda anche fuori confine. Un secondo fronte solidale è, infatti, quello aperto dai missionari trentini operanti nel mondo, spesso a contatto con emergenze che la pandemia ha reso drammatiche. Il Centro Missionario Diocesano, in costante contatto con i missionari trentini, ha deciso di farsi presente in questo modo: le offerte raccolte in Quaresima – pari a 462.500 euro – sono state anche quest’anno, come da tradizione, distribuite in parti uguali a tutti i missionari trentini: 2.500 euro a ciascuno dei 185 missionari che nei loro territori hanno “tradotto” questo sostegno in cibo per i più poveri.
Ad una trentina di missionari, operanti in territori colpiti in modo particolarmente aggressivo da Covid-19, sono stati inviati in questi giorni ulteriori 3.000 euro ciascuno (per un totale di 90 mila euro, n.d.r.). “Segni concreti di una solidarietà ben radicata nel DNA della nostra gente e che sa andare oltre ogni confine”, commenta don Cristiano Bettega, delegato dell’Area Testimonianza della Diocesi.