Il termine Chiesa esprime soprattutto il senso della comunità, l’ekklesia, lo stare insieme attorno a Cristo, vero altare, punto focale dell’intero edificio; accanto al quale trova sempre posto l’ambone, sede per proclamare la Sacra Scrittura, Parola e Presenza del Signore per tutti i cristiani. Di solito l’edificio è suddiviso in presbiterio, luogo riservato al clero, e navata, luogo per i fedeli.
Nelle chiese ortodosse lo spazio è delimitato dall’iconostasi, un’alta parete ricoperta di icone. Nelle chiese evangeliche, per porre al centro solo la Scrittura, non vi sono né segni popolari né elementi devozionali.
Particolarmente importante è il fonte battesimale nel quale si viene battezzati, ovvero inseriti nella Chiesa cristiana, con la formula trinitaria di Padre, Figlio e Spirito santo: è il legame sacramentale, incancellabile, tra tutte le confessioni che ancor oggi tendono a una piena e visibile riconciliazione.
Sull’altare si trova il necessario per l’Eucaristia, chiamata Santa Messa dai cattolici, Divina Liturgia dagli ortodossi, Santa Cena da evangelici, riformati, anglicani: il calice per il vino e la patena per il pane costituiscono il memoriale dell’atto d’amore di Cristo. Nella chiesa cattolica romana, il Pane consacrato viene sempre custodito come viatico per gli infermi e per l’adorazione.
Assumono vesti diverse anche i ministri di culto: se la toga è evangelica, la mitria e il pastorale sono segni del vescovo, che nella tradizione apostolica, insieme a diacono e presbitero, forma il clero, e amministra i sacramenti. Una veste copta etiope ricorda la presenza di chiese antiche, un abito anglicano fa’ memoria di un tempo continuo di Riforma.
Un albero, a lato, evidenzia il cammino plurale della fede cristiana, memoria di tante storie tutte radicate nell’unica roccia che è Cristo.