Almeno 130 preti e religiosi riuniti nel Seminario di Trento mercoledì 3 ottobre con l’arcivescovo Lauro. Monsignor Tisi ha parlato in modo accorato dell’idea di Chiesa da lui sognata, alla luce però di un grande timore: la graduale e apparentemente inesorabile perdita della fede (“Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora fede sulla terra?”, si è chiesto citando Luca). Per don Lauro si può ripartire solo grazie a una testimonianza cristiana autentica (“se predichiamo, ma poi facciamo tutt’altro, i primi atei siamo noi”), vissuta nella concretezza delle comunità sul territorio, non grazie a piani pastorali dettati dal centro, formule che hanno funzionato in passato ma ora paiono superate. Comunità che provano, non importa con quali numeri, a tradurre nel quotidiano la freschezza del Vangelo, a cominciare dal valore della fedeltà. Il rischio, “se restiamo fermi allo status quo, è che la Chiesa – paventa il Vescovo – divenga solo un grande museo a cielo aperto”. Tisi parla di una società sempre più rissosa”, anche a causa dell’invasione digitale (“sogno, vescovi per primi, che stacchino la spina dalle connessioni h24”) e proprio per questo di una Chiesa chiamata ad essere seme, scongiurando anche dentro di sé il fiorire di critiche fini a se stesse e malumori.
Tra i segnali positivi, citati dall’Arcivescovo, nel giorno d’avvio del Sinodo dei vescovi: i giovani che, seppure in numeri esigui ma significativi , si ritrovano attorno al Vangelo e mettono in pratica la carità, non delegandola. Una lezione per tutti gli adulti. Positivo, rimarca don Lauro, anche il segnale in arrivo dal Seminario che quest’anno apre le porte a tre giovani in ricerca vocazionale. L’Arcivescovo ha poi invitato i tanti preti collaboratori, che rappresentano la fetta maggiore del clero sul territorio, ma che talora si sentono “tagliati fuori” dalla pastorale attiva. E’ il momento – ha detto loro il Vescovo – di valorizzare il tempo, prima così ricercato, da dedicare alla preghiera e all’ascolto delle persone. L’Arcivescovo ha poi motivato anche in questa occasione la riforma della Curia, per “uscire – ha sottolineato – da una pastorale dei tanti cassetti e giungere a una pastorale più organica e a maggior servizio del territorio”. “La vera riforma inizia adesso, va costruita passo passo”. Alle parole di monsignor Tisi, introdotto dal vicario per il clero don Furlan e seduto accanto al vicario generale don Saiani, hanno fatto eco molti interventi dei preti presenti in aula magna.