Chi è il mio prossimo? È partito dalla nota parabola del buon samaritano dell’evangelista Luca, l’unico a riportarla, il ciclo di incontri “Dal testo all’immagine” proposto dal Museo Diocesano Tridentino, appuntamento in cinque tappe iniziato in un’affollatissima sala Arazzi mercoledì 21 febbraio, in cui il Vangelo viene letto in alcuni dei suoi episodi più significativi attraverso lo sguardo del teologo Marcello Farina e dello storico dell’arte Ezio Chini. L’iniziativa si pone come momento di riflessione che mette in dialogo alcuni dei dipinti ospitati al Museo e i brani evangelici a cui si sono ispirati gli autori, offrendo una lettura parallela grazie a due punti di vista originali, capaci di osservare queste opere da prospettive differenti e complementari. “Questa parabola narra la compassione di Dio – ha esordito don Farina -: la posta in gioco – cosa bisogna fare per ereditare la vita eterna – è talmente elevata da implicare considerazioni complessive sul senso della propria scelta, sospesa tra un vedere ospitale e un accecamento inospitale, capendo che essere prossimi all’altro significa acconsentire a interrompere il proprio cammino per prendersi cura delle ferite altrui“.
C’è però chi passa oltre il corpo ferito dell’uomo aggredito dai briganti: “Gli ostacoli all’incontro sono rappresentati dal sacro, dalla religione e dalla legge: la difesa della purezza identitaria non permette la relazione, che si instaura invece contaminandosi con l’altro, pensando al suo bisogno, accogliendo la domanda del corpo sanguinante, come ha fatto il samaritano offrendo aiuto disinteressato e concreto, senza domandarsi chi fosse l’altro“. Il Vangelo perciò annuncia un Dio che è cura della carne ferita e accoglienza dell’umano nella sua vulnerabilità, che è sorgente contaminata e contaminante di misericordia: non è importante chiedersi chi è il prossimo, ma esserlo per gli altri.
Partendo da “Parabola del buon Samaritano” (1759 circa) di Francesco Fontebasso (1707-1769), che ritrae l’episodio drammatico in un’ambientazione arcadica, in sintonia con la cultura pittorico/decorativa edonistica del Settecento che inseguiva la piacevolezza visiva, e per questo non particolarmente aderente al valore pedagogico del racconto, Chini ha poi indagato altri dipinti, evidenziando quanto il tema delle parabole non fosse molto richiesto dai committenti italiani.
In particolare, “Il buon Samaritano” (1544-45) di Girolamo Romanino (1484 circa-1566 circa), considerato “pittore della realtà”, esprime notevole capacità di scavo nel tentativo di aderire al testo e al messaggio del Vangelo: la sofferenza viene mostrata in presa diretta con il corpo che si contrae per contrastare le fitte di dolore, e l’atto misericordioso non è plateale, ma sommesso, intimo.
Il ciclo proseguirà con un incontro a cadenza mensile secondo il seguente calendario
Mercoledì 21 marzo, C. Henrici (1780 circa), Comunione degli apostoli
Mercoledì 11 aprile, Ambito veneto prima metà sec. XVII, Gesù e i discepoli sulla via di Emmaus
Mercoledì 16 maggio, Attribuito a F. Maggiotto terzo quarto sec. XVIII, Cristo e la samaritana
Mercoledì 6 giugno, B. Dill R. (1543), Congedo degli apostoli, Museo di Bressanone
La partecipazione agli incontri è libera e gratuita. Inizio ore 17.30. (Patrizia Niccolini)